Nel decimo capitolo del libro di Ester Mardocheo, dalla cui visione aveva preso il via la nostra storia, trova risposta ai suoi perché. Ciò che era oscuro viene svelato, ciò che era assurdo acquista un senso e una ragione profonda.
Mardocheo era secondo rispetto al re Artaserse, era grande nel regno ed era onorato dai Giudei; trascorse la sua vita amato da tutta la sua nazione.
E Mardocheo disse: “Queste cose sono avvenute per volere di Dio. Mi ricordo infatti del sogno che ebbi circa le cose di cui sto parlando: neppure un loro dettaglio è stato tralasciato. La piccola sorgente che divenne un fiume, la luce che spuntò, il sole e l’acqua copiosa: questo fiume è Ester, che il re ha sposato e costituito regina. I due draghi siamo io e Aman.
Le nazioni sono quelle che si coalizzarono per distruggere il nome dei Giudei. La mia nazione è Israele, quelli che elevarono le loro grida a Dio e furono salvati. Sì, il Signore ha salvato il suo popolo, ci ha liberati da tutti questi mali; Dio ha operato segni e prodigi grandi, quali non sono accaduti mai tra le nazioni. Così egli gettò due sorti: una per il popolo di Dio e una per tutte le nazioni. Queste due sorti si sono realizzate nell’ora, nel momento opportuno, nel giorno del giudizio al cospetto di Dio e in tutte le nazioni. Dio allora si ricordò del suo popolo e rese giustizia alla sua eredità. Questi giorni del mese di Adar, il quattordici e il quindici dello stesso mese, saranno celebrati con riunioni, gioia e letizia davanti a Dio, di generazione in generazione, per sempre, nel suo popolo Israele”.
Non c’è da stupirsi che ciò accada proprio alla fine del libro di Ester. Chi ci è passato sa bene che è raro capire le parole di Dio al primo colpo. Spesso le si comprende passo passo e talvolta solo alla fine della vita, un po’ come accade a san Francesco. Solo poco prima della sua morte, nell’ottobre del 1226, egli è in grado ed è pronto a rileggere tutta la sua vita alla luce della Parola di Dio e della chiamata ricevuta, non prima. Solo allora detterà il prezioso documento che tutti noi conosciamo come il Testamento di san Francesco.
Cari lettori e care lettrici,
giunti all’ultima puntata della storia di Ester arriviamo anche al termine del nostro percorso sulle donne di Antico Testamento. Per quanto mi riguarda, già comincia a farsi sentire la nostalgia di un cammino che ci ha tenuti insieme e ha scandito il ritmo di questi anni di vita. E se Mardocheo comprende il senso della sua visione alla fine della storia, anche noi possiamo trarre le nostre conclusioni e riflessioni ora che il viaggio volge al termine. Le mie partono da un senso di immensa gratitudine ai miei fratelli e amici di Le Grain de Blé e a chi, in passato, quand’ero solo una ragazzina, mi ha mostrato la bellezza dei personaggi biblici femminili.
Ma un grazie speciale va soprattutto a chiunque abbia cercato e trovato una fessura di tempo da dedicare alla lettura di questi miei articoli. Grazie a chi si è fatto messaggero, testimone, missionario digitale di questi Sacri volti biblici. Grazie a chi si è lasciato docilmente cambiare in chicco di grano, nutrendo di speranza, bellezza e gioia questo mondo sovraffollato di sfiducia, caos, tristezza.
Voglio però rassicurarvi col dirvi che, chiudendo questo percorso, non ci diciamo addio, anzi! Prossimamente troverete tutti gli articoli di Ester, Giuditta e Rut, indicizzati e ordinati, così da poterli ritrovare e leggere più facilmente!
E per il prossimo anno… Nuove idee e un nuovo percorso bolle in pentola, ma per ora nessuno spoiler.
Grazie di cuore chicchi! Vi voglio bene!
Vostra,
Benedetta
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