Il nostro cammino quaresimale inizia con l’immagine del digiuno e del deserto, ed è in questo deserto che possiamo farci accompagnare da Maria.

Il digiuno gradito al Signore

Inizio della Quaresima: tempo di fioretti, tempo di rinunce, di propositi. Tante domande passano per la mente: Cosa scelgo? Cosa non scelgo? Questo sacrificio lo faccio per me, per un impegno ascetico privato? Oppure, la domanda più importante: piacerà al Signore? Ecco che mi viene in soccorso la Prima lettura del venerdì dopo le Ceneri (Isaia 58, 1- 9a):

“Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari,
angariate tutti i vostri operai.
Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui.
Non digiunate più come fate oggi,
così da fare udire in alto il vostro chiasso.
È forse come questo il digiuno che bramo,
il giorno in cui l’uomo si mortifica?
Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto,
forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore?
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato,
nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti?
Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto”. 

Dalla povertà una chiamata alla felicità

Ecco che la parola di Dio, come spada a doppio taglio che discerne i sentimenti e i pensieri del cuore, mi svela l’aspetto più importante, più fastidioso: che tutti abbiamo le nostre ferite, anche io. Ferite messe a nudo dal deserto, quello vero. Un deserto-assenza che fa emergere tante presenze: la presenza della ferita, la presenza di un vizio, ma anche la Presenza per eccellenza dell’incontro con Dio. 

Oggi, 8 marzo, è anche la festa della donna e a proposito della donna più bella dell’universo, stamattina in radio sentivo questo commento di un sacerdote: “chi è Maria? Maria, come Gesù, è colei che ha realizzato la sua vocazione, che è quella di diventare pienamente se stessa.” Una frase semplice, chiara: non è forse quello che cerchiamo anche noi oggi? Una vita piena di senso. Una vita in cui io posso essere me stessa fino in fondo. Una vita, in una parola sola, felice.

Dall’assenza alla Sua presenza

Assenza e presenza, vuoto e pienezza. Il cuore dell’uomo non è fatto per il dolore, per la mancanza, per il non senso, ma per la pienezza. Che c’entra la rinuncia della Quaresima con la pienezza? La rinuncia non è fine a se stessa: ci toglie qualcosa, ci toglie un pezzo di noi, perché sia un dono per Dio e per gli altri… Il dono e la misericordia che ci insegna la prima lettura. 

“Allora invocherai e il Signore ti risponderà,
implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”».” (Isaia 58,9)

Fa’, o Signore, che le mie piccole rinunce mi aiutino a fare spazio e cercare il Tuo volto, che solo può riempire il mio cuore per poi potersi donare agli altri… che questo tempo e la mia vita siano pieni di senso, pieni di amore, pieni di Te.

Buon inizio di Quaresima…anche da parte mia!
Vostra sorella Si naturale

Link ad altri articoli di Quaresima: https://www.legraindeble.it/categorie/quaresima/

Condividi questa pagina!