Vorrei parlarvi di un giovane che ha saputo mettersi nelle mani di Dio, chiamandolo Papà. Morto prematuramente in un incidente stradale, ci ha lasciato un diario da cui trarre preziosi frutti spirituali. Il suo nome è Claudio Contarin.
Claudio nasce a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, il 28 settembre 1988 e cresce in una famiglia accogliente e numerosa: avrà, infatti, due fratelli e due sorelle, ai quali sarà legatissimo. Di lui si notano subito la timidezza e la riflessività, che però non gli impediscono di essere un ragazzo solare, presente e pieno di passioni. Claudio vive la scuola con impegno, tanto che a volte si fa prendere dall’ansia per i troppi compiti da fare; ama scrivere, gioca a calcio e non disdegna delle serate in discoteca con gli amici. Resta, in tutto quello che fa, un ragazzo semplice e pulito, che sa divertirsi senza eccessi. Terminate le scuole superiori, va a lavorare nello studio fotografico del padre.
Un esempio per i fratelli
La mamma racconta: “Con la famiglia e i suoi amici era molto vivace e spesso si faceva promotore di giochi con i suoi fratelli, per i quali era quasi un faro. Per loro ha scritto anche storie e fumetti e gli piaceva coinvolgere anche i più piccoli. Aveva una mente molto creativa e con dei semplici fogli di carta riusciva a trasportare i suoi fratelli in un mondo magico. Anche con i suoi amici amava scherzare, aveva con loro un legame molto profondo ed era molto empatico. Un giorno, vedendo suo fratello turbato, decise di dedicare la sua pausa pranzo per portarlo in una piccola gita sul lago di Garda. L’amicizia per lui era molto importante”.
Claudio aveva un diario, ma nessuno lo sapeva
Claudio custodiva gelosamente i suoi pensieri e sentimenti in un’agenda personale. Lì scriveva poesie, canti… insieme alla descrizione della sua routine fatta di scuola, sport, amicizie, piccole e grandi preoccupazioni. In essa troviamo la realtà vista con gli occhi di un adolescente. Ciò che colpisce di più, però, sono le preghiere, semplici e spontanee, scritte di suo pugno. Emerge da esse il suo desiderio che gli uomini possano sentire che Dio è fra loro. A volte, percepiamo la sofferenza, quando si sente più distante dal Signore, magari per sua pigrizia e incostanza nella preghiera.
Un giorno esprime dispiacere per non essere andato a messa: per lui, tutto è diverso quando si stringe al Signore. Spesso, dopo aver compiuto qualche errore, chiede scusa a Dio per i peccati, si ripromette di migliorarsi, dice “grazie” sinceri alla Madonna, si propone di aiutare e non giudicare l’altro. Spesso fa delle vere professioni di fede. Non mancano poi nel diario momenti di sconforto e di paura, come quella volta che il fratello finisce in ospedale per una brutta caduta. Ecco che Claudio si ritrova ad esprimere i suoi timori, per poi pregare in modo accorato il Signore di aiutarlo. Al momento della guarigione, non dimentica di ringraziare.
Il legame con i santi
Il diario di Claudio è costellato anche da nomi di santi. Ce ne sono alcuni cui è particolarmente legato, come Santa Faustina Kowalska e Madre Teresa di Calcutta. Di suor Faustina ammira l’umiltà e la capacità di riconoscersi bisognosa di Dio in tutto. Insieme a santa Faustina, Claudio desidera entrare in profondità nel mistero della misericordia di Dio e scopre che l’amore di Dio davvero non ha limiti. Altri santi che nomina sono: San Pietro, San Paolo, Santa Elisabetta, san Giuseppe, San Giuseppe da Copertino, S. Padre Pio, San Giuseppe Moscato, san Domenico, Sant’Antonio da Padova, Santa Bernadette, Sant’Ireneo, Santa Veronica, San Francesco. Claudio stesso avverte forte la chiamata ad essere santo.
Il giorno dell’incidente
“Aiutami in ogni cosa che faccio, a vedere il volto di Gesù. Così davvero colorerò la mia vita. Così davvero sarò felice!”, scrive nel suo diario. La sua vita, purtroppo, viene spezzata presto. Muore a 19 anni in un incidente stradale, nel Camisano Vicentino, che costerà la vita a lui e ad altri tre suoi cari amici. È proprio il giorno dopo di questo tragico evento che i genitori trovano il diario di Claudio che poi, generosamente, decideranno di pubblicare, senza cambiare neppure una virgola, lasciando anche i suoi errori grammaticali, segno di un giovane che, con le imperfezioni umane, ha cercato di amare Dio e il suo prossimo. Io, personalmente, ho avuto il dono di conoscerlo proprio attraverso gli scritti e di lui parlo approfonditamente in “Diario della felicità 3” (Mimep Docete).
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