L’uomo è un essere in cammino. È impossibile restare fermi nella propria ricerca spirituale. Finché siamo vivi, siamo in movimento: il movimento del vagabondo – colui che vaga senza un obiettivo ben preciso – o il movimento del pellegrino – che ha ben chiara una meta verso cui tendere. Quattro ragazzi, oggi, ci racconteranno un’esperienza di cammino sulle orme di San Francesco e dei Cappuccini, sul tema “Laudato si’ per sora acqua”. Nell’ottavo centenario della composizione del Cantico delle Creature, e in occasione del Giubileo della Chiesa, i Cappuccini delle Marche propongono dei percorsi organizzati sulle tappe del Cammino dei Cappuccini, che si snoda per 400km da Fossombrone a Camerino ad Ascoli Piceno.

Paride, raccontaci in cosa consiste l’esperienza di cammino che avete vissuto insieme!

L’esperienza che abbiamo vissuto insieme, sabato 5 Aprile è la seconda giornata di cammino all’insegna del Cantico della Creature, dopo la prima che si è svolta nel territorio di Cupra Montana, domenica 9 marzo. In questa occasione abbiamo avuto la grazia di meditare – grazie alle riflessioni di Fra Giacomo Rotunno – sul passaggio del Cantico: Laudato si’, mi’ Signore, per sora acqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta

Il percorso del cammino più che una tappa lineare è stato un anello, con partenza ed arrivo vicino al Cimitero della frazione di Ripaberarda, all’interno del Comune di Castignano, per un totale di circa 6 km. Un’escursione non particolarmente difficoltosa, che ha visto la partecipazione di giovani e meno giovani. Noi quattro che abbiamo condiviso questa esperienza siamo accomunati dal carisma francescano. Tutti e quattro – per un modo o per un altro – siamo legati a doppio filo con la figura di Francesco e alla sua spiritualità, in particolare nella sua forma cappuccina. Tre di noi, io cioè Paride, Ilaria ed Emanuela siamo anche parte di una fraternità redazionale di evangelizzazione, dal nome un po’ curioso ma al contempo evangelico: Le Grain de Blè.

“Camminare” è una metafora ricca di significato nella vita spirituale: sicuramente ad un certo punto del vostro “cammino” avete deciso di intraprendere questa esperienza. Cosa vi ha spinto a partecipare?

Elisabetta:

Nella mia vita spirituale ho avuto l’opportunità di fare incontri preziosi che mi hanno permesso di scoprire la bellezza del cammino. Prima di partire per il cammino devi selezionare l’essenziale da portare con te, perché il superfluo non affatichi il tuo passo. Durante la marcia è possibile che la fatica sia troppa e allora è importante imparare a chiedere aiuto. La fatica del cammino abbatte le barriere: passo dopo passo le maschere che indossi cadono e se hai la fortuna di camminare con altri hai l’opportunità di stringere amicizie preziose. Infine, mano a mano che cammini e il fiato ti viene a mancare, impari a rimanere in silenzio e a contemplare la bellezza che hai intorno. Con tanti bei ricordi nello zaino non ho esitato a considerare la possibilità di percorrere un tratto del cammino dei cappuccini come una bella opportunità per rimettersi in cammino!

Emanuela:

Da diverso tempo avevo sentito parlare del Cammino dei Cappuccini, ma non sono un’abile escursionista. Lo scorso dicembre, fra Sergio Lorenzini, l’ideatore del Cammino, ci ha proposto di scrivere alcuni podcast. Questi avrebbero accompagnato i pellegrini che avessero percorso delle tappe in solitaria, e subito ne sono rimasta entusiasta. Alcune settimane dopo, ci siamo trovati insieme per registrarli. È stato allora che ci ha parlato della tappa di Castignano, adatta a tutti, e ho pensato che potesse essere un’occasione per iniziare anch’io qualche tappa. Volevo calpestare anche io quei sentieri per i quali avevo proposto il mio accompagnamento!

Ilaria:

Sono stata spinta dalla curiosità. È da tanto che sento parlare del cammino dei Cappuccini e quando ho saputo che questa occasione si presentava a pochi km da casa, in un arco di tempo non troppo impegnativo e che avrei camminato accanto ad amici e amiche, ho deciso di dire sì a questa proposta. Mi sono messa in cammino anche se in realtà non sapevo di preciso cosa mi attendeva. Quando ho detto sì, non avevo nemmeno capito che ci fosse un tema preciso.

Paride:

Non credo ci sia stato un momento preciso dove io abbia deciso di partecipare, mi sono lasciato più che altro coinvolgere dall’entusiasmo di Emanuela prima e di Ilaria poi.  Ho sempre amato camminare, anche se sono una persona abbastanza pigra, ma subito mi sono reso conto che non poteva essere un’esperienza da lasciarmi sfuggire. Un altro fattore che ha contribuito è l’amicizia con i frati, in particolare con Fra Giacomo, nostro ex parroco. A questi fattori relazionali e di amicizia, mi piace unire l’aspetto contemplativo. Camminare dona l’opportunità di alzare lo sguardo da sé, dalle ordinarietà ed allargare le prospettive di ciò che si vede e di ciò che si vive.

“Laudato si’, mi Signore, per sora acqua”.  In questa tappa vi ha accompagnato fra Giacomo, che con voi ha condiviso parole semplici ma profonde su questo passo del Cantico delle Creature. C’è una frase che vi è rimasta dentro?

Paride: la mia attenzione più che essere rapita dall’oggetto dell’acqua, è stata catturata dall’attacco di lode del Cantico: Laudato sì o Mi Signore. La riflessione più bella è stata, senza dubbio, quella in cui Fra Giacomo ci ha esortato a riscoprire lo stupore e con esso la contemplazione e la virtù della gratitudine, spesso soffocata dalle nostre ordinarie lamentele.

Elisabetta: Fra Giacomo, fra le altre cose, ha spiegato cosa San Francesco intendesse quando definiva “umile” l’acqua: se la si lascia fluire liberamente, questa tenderà a scendere sempre verso il basso. Gesù, proprio come l’acqua, ha scelto per sé l’ultimo posto. Ciò mi ha toccato profondamente e commosso.

Emanuela: anche a me ha colpito l’umiltà dell’acqua, figura dell’umiltà di Cristo e modello per la mia vita quotidiana. Come se mi dicesse: “ora ti è chiaro, fa’ anche tu altrettanto”. 

Ilaria: di frasi da ricordare ce ne sarebbero tante, ma, siccome in questo cammino ci hanno accompagnati anche delle dolci note, la riflessione che mi è rimasta dentro è quella sul canto. All’inizio Francesco cantava, sì, ma per se stesso. Poi qualcosa in lui è cambiato: ha continuato a cantare, ma un canto nuovo, per gli altri, per il creato e tutto ha avuto un senso nuovo, più bello, più pieno. 

Il cammino, la creazione, i luoghi dei Cappuccini. Siete stati circondati dalla bellezza avete vissuto un cammino fisico e interiore, un viaggio “immersivo” nel Cantico delle Creature. Come è stato attraversare luoghi e sentimenti cari a San Francesco?

Paride: ti direi subito il silenzio umano ed anche l’ascolto dei suoni circostanti, quindi non tanto l’aspetto visivo bensì quello uditivo in cui sono stato proiettato in una dimensione altra.

Elisabetta: Senza dubbio mi ha colpito la varietà del paesaggio: abbiamo attraversato tratti collinari, campi di grano, sentieri immersi tra gli alberi; abbiamo potuto contemplare dall’alto le forme dei calanchi. Durante il cammino ho avvertito come ogni cosa parlasse del Creatore che con abbondanza e fantasia lascia la sua impronta in ogni creatura.

Emanuela: il tratto per me più suggestivo è stato l’inizio, quando si percorre il sentiero proprio al di sopra dei calanchi. Lì si vede la potenza della natura a distanza ultra-ravvicinata! Ed anche i momenti in cui ci siamo seduti sull’erba, immaginando quello che poteva vedere e sentire Francesco della natura circostante, specchio dell’Autore di ogni bellezza… 

Ilaria: i fiori che spuntavano qua e là, i raggi di sole che ovunque ti giravi creavano fasci di luce ed effetti inaspettati, passando tra le foglie e i rami degli alberi, i calanchi modellati dalla stessa sora acqua, ognuno originale, unico. L’essere così vicini al monte dell’Ascensione, circondati da un verde brillante…quanta bellezza ci circonda e non ce ne accorgiamo!

In ogni cammino ci sono dei momenti di fatica o scoraggiamento. Volete condividerne un piccolo episodio? Cosa vi ha fatto andare avanti?

Elisabetta: Il cammino è iniziato con una salita piuttosto impegnativa, almeno per le mie gambe non allenate. Ho pensato: “Se iniziamo così chissà come ci arrivo alla fine!”. Grazie alle guide che conoscevano il percorso e ci hanno rassicurato e incoraggiato, grazie ai compagni di viaggio con cui ho scambiato qualche chiacchiera, la fatica è passata in secondo piano e senza neanche accorgermene sono arrivata al termine del percorso grata e felice.

Emanuela: il passaggio in cui abbiamo trovato un po’ di acqua e fango mi ha fatto temere di scivolare! Però è stato anche divertente… seguire i percorsi tracciati da chi mi precedeva mi ha aiutato a scegliere la strada migliore per me.

Ilaria: si, ci sono stati momenti di sconforto, sia fisico che spirituale. Forse ciò che mi ha fatto andare avanti era la curiosità di ciò che mi aspettava al passo successivo e la voglia di vedere il finale. Ne è valsa la fatica, perché passo dopo passo si sono intessuti nuovi rapporti di amicizia, ricevute parole di conforto, sono state gettate parole come semi che hanno suscitato domande e piano piano daranno i loro frutti.

Paride: il momento più complicato è stato quando ho scoperto di aver lasciato la mia borraccia con l’acqua in auto. Lì per lì mi sono sentito spaesato, ho percepito una grande sete ed anche un grande senso di frustrazione. È stato anche uno spunto riflessivo perché Fra Giacomo ci aveva chiesto di riflettere sull’acqua ed in quel momento mi sono reso conto di quanto essa sia importante, soprattutto quanto manca. Come l’ho superato? Grazie alla generosità di Ilaria, la mia fidanzata, che ha condiviso con me la sua acqua, come a dire “Nessuno si salva da solo”.

Il Cantico è una lode al Signore per mezzo delle sue stesse creature, e tra queste creature ci siete stati anche voi. C’è stato un momento in cui il canto ha fatto vibrare il vostro cuore?

Elisabetta: di tutto il Cantico mi colpisce senza dubbio l’ultima parte, quando San Francesco ringrazia per la morte. Penso che solo un cuore che si abbandona completamente al Padre può ringraziare sinceramente per la morte e per la croce. Quanta bellezza, quanta libertà, quanta fede!

Ilaria: cantare “Dolce Sentire” immersa nel verde, in questa bellezza che Lui ha creato, è stato per me un vero canto di lode uscito dal cuore: “Dono di Lui, del suo immenso amor”.

Emanuela: alla fine di ogni canto, si creava spontaneamente un momento di silenzio e di raccoglimento interiore. Lì, in quel silenzio, sentivo la nostra lode più limpida!

Raggiunta la cima del Tabor, Gesù riscende a valle, verso Gerusalemme. Così voi, dopo l’arrivo sull’Ascensione, siete tornati al punto di partenza, ma forse con uno sguardo diverso, forse una gioia, forse una sfida per la vita quotidiana…

Elisabetta: La sfida con cui sono tornata a casa è stata quella di fidarmi di più. Proprio come le guide ci hanno rassicurato che la salita ad un certo punto sarebbe terminata, che nei tratti fangosi e impervi era meglio mettere i piedi in un certo modo piuttosto che in un altro, sono tornata a casa con il desiderio di dare più ascolto alle persone che il Padre ha posto sulla mia strada per affrontare le sfide della vita quotidiana e spirituale.

Emanuela: è stata una giornata molto intensa e lunga, anche per motivi personali, ma bella e piena. E con la certezza di sapere che le montagne più difficili non si scalano da soli, ma insieme a dei compagni che la Provvidenza avrà messo sul nostro cammino!

Ilaria: sono scesa sicuramente arricchita sia dal punto di vista spirituale che di amicizie. Mi porto dietro la sete di bellezza, la parola “umiltà” e il desiderio di meditare le prossime tappe del Cantico delle Creature.

Un messaggio per i giovani, alla luce di quanto vissuto, da parte di San Francesco!

Paride: bella responsabilità! Che direi ad un giovane? Direi di provare a vivere questa esperienza in tutta semplicità, di mettersi in cammino senza fretta, alzare lo sguardo e viverla con curiosità, senza chiusure o pregiudizi.

Elisabetta: Quando ti senti poca cosa fermati, fai silenzio intorno a te e contempla le bellezze del Creato: in ogni creatura c’è l’eco della voce di Dio. Tu sei opera dello stesso Artista: lascia parlare in te la Sua voce.

Emanuela: Non ti accontentare delle gioie superficiali. Cerca nel silenzio e in tutte le creature belle quella gioia profonda e delicata che accarezza il tuo cuore, e che viene da Dio.

Ilaria: ogni tanto, prova a lasciare da parte il cellulare e riempiti di bellezza: guarda, contempla e gioisci di ciò che Dio ha creato per te.

Grazie ragazzi! A tutti voi buon cammino!

Emanuela – Si naturale

Per scoprire le prossime tappe ad anello e cammini organizzati, clicca qui. I prossimi cammini sono previsti a partire da giovedì 1° maggio!

Scopri la rubrica dedicata ai cammini del giubileo: https://www.legraindeble.it/categorie/riflessioni/parole-in-cammino/

Qui sotto, un piccolo assaggio dei canti con cui abbiamo animato il Cammino!

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