Manuel Foderà, il bimbo malato a cui l’Eucaristia cambiò la vita. Continuiamo a raccontarvi questa storia incredibile. Nella prima parte della storia, vi avevo raccontato di una suora che, durante uno dei ricoveri in ospedale del piccolo a causa di un tumore, lo portò davanti al tabernacolo per presentargli Gesù. Da allora, la sua vita si trasformò. Aveva solo quattro anni. Iniziò a chiedere, nei giorni e nelle settimane a seguire, di andare da Gesù, nella cappellina dell’ospedale. Ben presto, si accorse che in quel tabernacolo c’era un vero tesoro.

“Chiudete gli occhi, pregate e parlate”

Una volta, al Vescovo chiese: «Vescovo, per favore, puoi dire ai tuoi sacerdoti di abituare tutti ad almeno cinque minuti di silenzio per poter parlare e ascoltare Gesù nel proprio cuore? Pensa all’ultima persona che fa la Comunione, non ha nemmeno il tempo di dire “Ciao” a Gesù!». Il perché lo spiega in un’altra lettera che il piccolo sente l’urgenza di scrivere: «Gesù è presente nell’Eucaristia. Lui si fa vedere e sentire nella santa Comunione. Non ci credete? Provate a concentrarvi, senza distrarvi. Chiudete gli occhi, pregate e parlate perché Gesù vi ascolterà e parlerà al vostro cuore. Non aprite subito gli occhi perché questa comunicazione si interrompe e non torna mai più! Imparate a stare in silenzio e qualcosa di meraviglioso succederà! Una bomba di grazia!».

Manuel amava molto restare in cappella: voleva assaporare la presenza di Gesù nel suo cuore.

Tanto stava bene, che una volta chiese al vescovo se potesse Gesù a casa.

La risposta fu negativa (l’Eucaristia, infatti, può stare solo in chiesa), ma quella domanda sorprese e commosse il vescovo, che capì quanto il bambino amava il Signore, presente veramente nel pane dell’altare.

“Sii un guerriero della luce”

Quando faceva la comunione, se era in cappella, si sdraiava sul banco o per terra per pregare. Se sul letto perle cure, si metteva sotto le lenzuola, con la testa coperta, e stava così per dieci o venti minuti, in assoluto silenzio. Nel momento culminante della Comunione entrava in dialogo con Gesù come due amici intimi. Don Ignazio commenta: «Gli ho chiesto più volte se vedeva Gesù faccia a faccia, e lui mi rispondeva che sentiva la Sua voce nel suo cuore».

Un giorno, dopo la Comunione, Manuel chiese a Gesù che cosa potesse regalargli per Natale, visto che si festeggia il suo compleanno.

Gesù gli rispose nell’intimo: “Mostra sempre la mia gioia agli altri. Sii un guerriero della luce in mezzo alle tenebre”.

Nel giugno del 2008 si recò a Lourdes. La sera, dopo cena, in albergo, Manuel recitò il Rosario con i pellegrini siciliani e chiese di dire una decina per “i bambini ciechi”.

Nessuno capì il motivo (nel gruppo non c’era alcun cieco), ma, al ritorno, si sarebbe saputo che un bambino cieco, in un altro gruppo, aveva riacquistato la vista.

Il 15 agosto 2008, festa di Maria Assunta, Manuel ricevette la Cresima, a sette anni. Sentiva che aveva bisogno di tanta forza, di luce.

“Io vivo in te”

Manuel aveva vicino molti sacerdoti. Dal settembre del 2008, Don Ignazio Vezzana diventò il suo “direttore spirituale”. È lo stesso Gesù a suggerire proprio quel sacerdote a Manuel, che andava a trovarlo tutti i giorni in ospedale e a casa.

A marzo del 2009, Manuel chiese di confessarsi sempre più spesso.

Un giorno, dopo la Comunione Gesù gli dice: «Manuel, il tuo cuore non è tuo, ma è Mio, ed Io vivo in te».

Al Vescovo di Palermo che andò a fargli visita, una volta disse: «Fammi un regalo: di’ ai tuoi sacerdoti che ricordino ai fedeli di ricevere Gesù sempre in grazia di Dio, senza peccato, e che dopo averlo ricevuto facciano sempre almeno cinque minuti di ringraziamento a Lui. È troppo grande Gesù, è Dio, e dev’essere trattato da Dio».

Manuel era triste pensando che qualcuno potesse non volere bene a Gesù. Diceva: «Mamma, davvero esistono persone che non amano Gesù? Dobbiamo portare a Lui più anime possibili».

Amore e sacrificio per lui erano collegati. Manuel offriva le sue sofferenze a Dio, perché tanti cambiassero il loro cuore e si aprissero a Dio.

Alla mamma diceva: «Per amare Gesù devi pregare molto, lavorare bene, studiare e fare sacrifici per offrirli a Gesù».

Ai suoi amici un giorno disse: «Gesù mi ha fatto vedere il Paradiso ed è un luogo meraviglioso, bello come un convito preparato da Gesù».

Poco dopo, all’età di 9 anni, il 20 luglio 2010, Manuel salì in Cielo. Prima di morire, però, disse alla mamma che non avrebbe dovuto piangere, nessuno avrebbe dovuto piangere: perché lo aspettava una grande festa in Cielo.

Per approfondire la storia di Manuel,il bimbo malato a cui l’eucaristia cambiò la vita, visita il seguente sito web: Servo di Dio Manuel Foderà

Se vuoi conoscere un’altra testimonianza della rubrica “Santi nascosti”, clicca di seguito: “La mia storia può avere solo un lieto fine”. Giulia Gabrieli – Le grain de blé

Per leggere un libro ricco di testimonianze su santi giovani, consigliamo l’ultimo dei diari della felicità, “Diario della Felicità 4” (Cecilia Galatolo, Sr Dolores Boitor, Mimep Docete).

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