Maria SS.ma e la Venerabile Natalina Bonardi

«Perché non riprendiamo a scrivere e a leggere, come oggi si deve, le vite dei Santi?», chiedeva e suggeriva il san Paolo VI nel giugno 1969, durante l’omelia della Messa di canonizzazione della francese suor Marie-Rose-Julie Billiart. La lettura delle loro vicende terrene, oltre a provocare un “cambiamento di rotta” nella propria storia, così è stato per Ignazio di Loyola o Edith Stein, contribuisce, da sempre, a proporre un Vangelo “incarnato”. La vita dei santi, illumina gli itinerari di formazione umano-spirituale, divenendo veramente una “scuola” insostituibile di crescita. Oggi scopriamo insieme la figura della Venerabile Natalina Bonardi.

Immagine da Pixabay

Unico polo di attrazione

Viene proposta la vicenda di un donna dall’inconfondibile fisionomia umana e cristiana, profondamente ancorata ad una spiritualità viva e totalmente spesa per un insonne dinamismo, sostenuto da una grande carità, dispiegata in tutto il suo itinerario biografi co. Una consacrata la cui vita ebbe un unico polo di attrazione: Dio, al quale consacrò tutta se stessa e nel cui amore, amò gratuitamente il prossimo. Visse in costante disponibilità di servizio e di aiuto ai fratelli bisognosi, specialmente a quelli provati dal dolore, dalla fame e dalla sventura.

L’infanzia di Natalina

Sin da bambina la sua indole fu vivace ed esuberante. Per tale ragione, i genitori, Giuseppe e Margherita Dogliani decisero di affidarla alle cure delle suore di santa Giovanna Antida Thouret nel collegio cuneese della “Sacra Famiglia”. All’età di sedici anni fece ritorno in famiglia trascorrendo, poi, con i suoi cari, un anno in Francia, a Nizza Marittima. Lì fu ospite delle suore Orsoline, dove inizierà a cogliere i primi ed importanti segni della sua vocazione religiosa. La famiglia vi si era trasferita in seguito ad un grave dissesto economico subito. Comprese, quindi, che il Signore la chiamava a sé proprio mentre accudiva un’educanda ammalata. Una volta in Italia, nella città di Torino, il 21 dicembre 1887 entrò tra le suore del Buon Consiglio assumendo il nome di suor Natalina, dopo aver vinto le molte resistenze dei familiari.

La vita religiosa di Natalina

L’Istituto religioso successivamente si scioglierà e suor Natalina, dopo un tempo di peregrinazione, di dubbi e attività lavorativa nella scuola materna, darà vita, nel 1891, ad una nuova congregazione, quella delle suore di Santa Maria di Loreto. La nuova fondazione si diff use, ben presto, nelle zone limitrofe al capoluogo piemontese. Gli ultimi dieci anni della sua esistenza furono caratterizzati dalla malattia, dalla preghiera e dal nascondimento. Morì il 25 luglio 1945, ricca di meriti a 81 anni. Caratterizzano la vita di Madre Bonardi un notevole spirito di orazione e una grande capacità di accogliere prove e tribolazioni di ogni genere. In lei emergono, inoltre, le doti di una consacrazione totale sia al servizio divino come pure ai più diseredati. Ella, poi, fu attenta e saggia madre spirituale delle tante sorelle che, ancora oggi, seguono il suo esempio e le sue intuizioni. Ella mostra, inoltre, una spiccata tensione nel costante affidamento alla volontà dell’Altissimo in tutte le circostanze, particolarmente in quelle più dolorose e crocifiggenti.

Andrea Maniglia

Se sei curioso di conoscere la storia che vi abbiamo raccontato nel precedente articolo di Santi Nascosti, clicca qui: Suor Rita di Gesù

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