La scorsa volta, abbiamo esplorato la parola “riscatto”: la mia vita è stata riscattata dal Signore, e non ho più bisogno di entrare in competizione con gli altri, ma solo di lasciar posare su di me il Suo sguardo di Amore. Oggi accogliamo altre due parole: “senso” e “consenso”. Siano per noi luce sul nostro cammino, affinché sappiamo trovare il senso e l’orientamento accompagnati da coloro che incontreremo sulla via!

Sul sito del Cammino dei Cappuccini puoi trovare i prossimi cammini di gruppo (prossimi gruppi organizzati con le guide a partire dal 29 giugno). Questi podcast che abbiamo realizzato per il Cammino dei Cappuccini sono disponibili anche in versione audio e sono completamente gratuiti. Si possono trovare sul sito del Cammino, su Spotify e Youtube.

Ciao, sono fra Andrea Gatto. Con questo podcast, pensato in occasione del Giubileo, voglio consegnarti due parole legate tra loro che diano speranza al tuo cammino di vita. Le parola sono: “senso” e “consenso” e con esse ti auguro: buon cammino pellegrino!

Caro pellegrino, per te si schiude un altro podcast. La parola podcast, infatti, viene dall’inglese pod, che significa bocciolo. Per questo ho detto si schiude, e vorrei che lo immaginassi proprio come l’involucro che contiene un seme, un seme in forma di parole legate alla tua vita e a quella di chi viaggia con te, forse un altro pellegrino, o un amico, il tuo ragazzo o la tua ragazza… il tuo cuore, che ti è compagno da sempre, che sei tu stesso.

Senso come orientamento

Ti vorrei chiedere anzitutto: cosa significa per te il cammino? Ma anche: in quale senso cammini? Se sai da dove vieni e dove vai. Pensa che in Australia esiste una tribù aborigena, i Kuuk Thaayorre, che per salutarsi non hanno una parola come “ciao”, ma il loro saluto si traduce con una domanda: “In che direzione cammini?”, e si risponde, ad esempio, “Nord-ovest!”. Anche le chiese cristiane, dal medioevo, usano questa grammatica: si dice infatti che sono “orientate”, cioè costruite guardando ad est, dove il sole nasce, simbolo di Cristo che risorge dalla morte. I cristiani hanno questo preciso senso dell’orientamento.


Ecco, queste domande sul senso del tuo viaggio non ti occuperanno spazio nello zaino. Anzi, sospetto che se le terrai vive, renderanno il tuo passo ancora più spedito. Il vero tesoro, infatti, è la ricerca di un senso, quella santa inquietudine di chi «decide nel suo cuore il santo viaggio». Anche la vergine di Nazaret, destinata a essere madre di Dio, tenne viva questa domanda. Si chiese che senso avesse il saluto dell’Angelo: “Rallègrati, piena di grazia. Il Signore è con te”.

La parola greca che traduciamo con “senso” è “podapós” che significa “da dove?” C’è una sorgente di senso che accende la nostra sete e che rende leggeri e agili i passi da compiere. Ci sono molti uomini e donne nei racconti biblici che non esiteresti a chiamare cercatori di senso. Maria è la punta di diamante di questi cercatori. La sua domanda ha aumentato la vita dentro di lei, e quella vita ha formato in lei la vita del figlio di Dio.

Che senso ha?

La prima parola che ti consegno in questo podcast è senso. La ricerca di senso è una costante nel cuore dell’uomo. “Che senso ha?”. Ce lo chiediamo di molte cose, della nostra vita, di una parola misteriosa che ci è stata rivolta e che poi si è inverata, oppure di una ingiusta tragedia. Con questa domanda chiediamo il significato: l’uomo, da che mondo è mondo, vuole dare un senso alla sua esperienza delle cose. Mi tornano in mente i versi di Giacomo Leopardi, che tra l’ottobre del 1829 e l’aprile del 1830, non lontano da qui, lo chiedeva alla luna sotto le mentite spoglie di un pastore errante dell’Asia:
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?

Dove tende la tua vita? Dove tendono i tuoi passi? Dov’è che, in quello che vivi, il senso si tramuta in significato?

I sensi che illuminano il cammino

Ma ecco, caro pellegrino, tu sei in cammino, e fuori e dentro di te senti la realtà, cioè la incontri attraverso i tuoi sensi. Questi organi sensoriali, almeno i 5 che si possono contare, sono portatori formidabili di significato! Vedi la luce del sole rifrangersi in quella goccia ambrata di resina, e la resina emana un aroma familiare, rotondo e selvaggio, che si appiccica alle dita, e sgorga dalla corteccia incisa di quest’albero frusciante senza fare rumore, e se vi accosti la punta della lingua, ne scopri un sapore amaro e balsamico.

Che senso ha tutta questa bellezza? Potresti arrivare a benedire Dio per la piccola ferita di quest’albero, che è stata capace di aprire nel tuo corpo così tante porte. Ma qualunque uomo di buon senso tutte queste cose le sa. Per quello che mi riguarda, ti considero un uomo, una donna di buon senso, e provo con te a fare un passo avanti.

Nel film di Peter Jackson, il primo dei film tratti dal più grande epic fantasy del Novecento, Il Signore degli anelli, uno dei protagonisti, Frodo Baggins decide di portare il peso di un anello, forgiato per dominare il cuore dell’uomo, per gettarlo nel fuoco e salvare così il mondo dalla distruzione. Quando si propone per l’impresa, Frodo dice: “Porterò io l’anello! Solo non conosco la strada”. Se ascoltiamo queste parole di Frodo con un’altra punteggiatura, il senso cambia: solo, non conosco la strada. La strada si conosce in compagnia. Ed ecco che sbuca Sam, suo fedele amico, e altri sette si uniranno all’avventuroso viaggio.
Perché ti racconto questa storia? Perché vorrei affidarti una seconda parola: con-senso.

Consenso, un sì alla vita

Il consenso è figlio del senso. C’è un destino a cui la vita dell’uomo corrisponde, è già scritto nel suo nome, nella sua storia, ma chiede compimento, chiede un primo passo, di dire di sì a una strada e di no a un’altra, chiede un consenso. Ma consentire significa anche, alla lettera, sentire un accordo interiore con un altro. E se hai dimestichezza con gli spartiti, un accordo è sempre un consenso di almeno due note. Il consenso è quello che sintonizza i tuoi sensi (plurali) con il senso (singolare), quel nucleo di verità che valica i tempi, e rende la tua esperienza un valore, intona il tuo cuore con i tuoi ragionamenti, unisce la tua vita con quella degli altri. Quel consenso che Maria di Nazaret ha espresso con parole che hanno letteralmente fatto la storia: “Avvenga per me secondo la tua parola”.

Il senso, nesso del cammino

C’è una parola che in questo viaggio avrà senso solo per te. Quando la troverai lascia che parli alla tua vita. E se fosse una persona in carne ed ossa, anche lei, lascia che dica una parola alla tua vita.
Se hai deciso di camminare, di sicuro hai messo in conto che il tuo senso di marcia avrebbe incrociato il senso di marcia di qualcun altro. Permettimi di giocare ancora al gioco serissimo delle parole, questi ponti che danno senso al nostro sentire. Se anagrammi “senso”, troverai che le stesse lettere possono ricombinarsi e creare la parola “nesso: cioè, relazione, contatto, trait-d’union, il tratto di strada in cui siamo uniti, dentro di noi e con gli altri.

Questo bocciolo che si è schiuso, caro viandante, è una traccia. Sentiti libero di tenere queste parole con te o lasciarle nel pod. Mi sono chiesto a lungo quale canzone farti ascoltare, perché la tua domanda di senso resti aperta e accompagni questo tuo tratto di strada. Ti propongo The Wandering Day, L’aria del cammino, in cui una piccola viandante, in compagnia di un uomo misterioso venuto dal cielo e della sua migliore amica, chiede alle terre lontane di essere trovata. Perché il cammino, in fondo, come dice il poeta Antonio Machado, sono le tue impronte e niente di più, e il cammino si fa camminando, se hace camino al andar.

Ti lascio allora sulle note di questa canzone, con l’augurio che il tuo cammino sia pieno di sensi e di senso!

Fra Andrea Gatto

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