“A che serve pregare se capita tutto il contrario di quello che chiedo?”, è la tragica domanda che si pone David Buggi, un giovane che, ad appena sedici anni, scopre di avere un tumore maligno.

David Buggi nasce a Roma il 6 novembre 1999, da una famiglia neocatecumenale. I suoi genitori, Diana e Marco, lo avviano alla fede cristiana sin da bambino. Primo di tre figli, David ha un carattere molto acceso, vivace.
Si rivela molto presto un ragazzino curioso e intelligente, che ama farsi domande e cercare la verità fino in fondo. Non si accontenta di risposte approssimative o preconfezionate.

Bel ragazzo, un po’ ribelle, ma dal cuore tenero, frequenta la parrocchia; tuttavia ha spesso dei dubbi di fede. Si chiede se valga ancora la pena essere cristiani e rinunciare a delle presunte libertà, che vede in alcuni coetanei non credenti.
Le sue domande su Dio divengono ancora più impellenti ed urgenti quando la vita lo mette a dura prova con la malattia.
Premessa: in tanti, quando il giovane inizia ad avvertire degli strani dolori, pregano che non sia qualcosa di grave. E invece è un cancro.
Allora, nella sua comunità, pregano che non sia maligno. E invece lo è.
Infine, pregano che almeno non ci siano metastasi, ma nemmeno questa preghiera viene esaudita.

Dunque, David inizia a domandarsi se il Signore lo stia prendendo in giro. Non ascolta? Ignora il suo male? Perché non cambia le cose, se è onnipotente?
Assillato da questi interrogativi e con la morte già nel cuore (ha il 30% di possibilità di morire), una notte, David prende in mano un rosario. Si trova da solo in ospedale, non riesce a dormire e, messi da parte il rancore e il disfattismo, decide di affidarsi a Maria per trovare conforto.
In quella stanza vive una delle esperienze più straordinarie della sua vita. Ecco come la racconterà: “Mi sentivo turbato nel cuore, avevo tanta ansia e ad un certo punto mi è venuta voglia di pregare. Ho preso in mano il rosario che si trovava nel comodino vicino a me. Non avendolo mai pregato prima da solo, ho provato a farlo un po’ come meglio potevo e in quel momento ho iniziato a sentire un’emozione bellissima, che si irradiava dentro di me. Più pregavo più quella gioia diventava forte, viva”.

David descrive ciò che prova come una gioia concreta, fortissima: “era una gioia nuova, – dice – mai provata prima, era come sentirsi innamorati, al settimo cielo, ma di un amore vivo, concreto!”
Dopo quell’esperienza in ospedale inizia ad andare a messa tutti i giorni, a prendere l’Eucaristia quotidianamente e, come ci tiene a specificare “a prenderla in modo sano, essendomi confessato prima se avevo commesso un peccato di cui sentivo la gravità”. In questo cammino, inizia a sentire il Signore che lo aiuta ogni giorno “rendendomi concretamente felice”.

Arriverà ad affermare che: “prima la mia vita girava attorno a dei problemi insulsi, se paragonati a questo. Eppure, io ero triste, perché li vivevo male! La mia vita era fatta di piccole gioia, gioie che durano poco e poi passano, mentre dal momento in cui ho iniziato ad avere queste grazie, questi doni dal Signore, il Suo supporto, dovuto anche a tutte le preghiere delle persone per me e di cui mi ritengo molto fortunato ho iniziato a vivere concretamente felice, di una felicità che non passa, che ti dura per giorni e giorni, finché tu stupidamente non decidi di fare di testa tua. Perché nel momento in cui abbandoni il Signore, ti fai del male da solo…”

Un giorno vive un’esperienza di fede molto forte e significativa. Stava guardando dalla televisione la via Crucis del papa in diretta dal Colosseo e racconta: “Ogni volta che si parlava del fatto che Gesù stava cadendo sotto il peso della Croce, io sentivo delle fitte di dolore. Ogni volta che il Signore veniva aiutato dagli altri, il dolore passava, si attenuava. Fino al momento in cui Gesù raggiunge la Croce e sta morendo sulla Croce. Lì inizio a sentire un dolore molto forte, molto intenso, al punto che quasi non riesco più a sopportarlo, ma nel momento in cui tutto cessa, il Signore muore, il mio dolore svanisce. Ho visto come questa mia croce, questa mia prova era strettamente legata a quello che Signore aveva vissuto”.
Gesù gli stava vicino ed era con Lui, che stava vivendo la sua croce.

“Io ho ricevuto tantissimo dal Signore, specialmente in questo ultimo periodo”, dirà in un video testimonianza, provato dal cancro, ma con gli occhi luminosi.
“Io il Signore lo immagino così: come un padre che vuole soltanto che io sia felice e fa di tutto
perché io lo sia”.
Le sue condizioni, purtroppo, si aggravano molto, ma David non è più arrabbiato con Dio, non è deluso; non ha rimorsi o rimpianti: pienamente consolato e pacificato nell’anima, definirà l’anno della malattia, che è stato anche ultimo della sua esistenza terrena, il più bello di tutta la sua vita, perché quello in cui ha sentito il Signore più vicino.
Muore il 18 giugno 2017, nella festa del Corpus Domini, a 18 anni non ancora compiuti.

David non si è mai dimenticato dei suoi genitori, più turbati di lui in tutta quella situazione nel vederlo soffrire e ha chiesto solo una grazia “per sé”: che la mamma non soffrisse troppo dopo la sua morte.
Chi incontra Diana può testimoniare che è una donna serena, pur sentendo la mancanza di suo figlio.
La famiglia non è nella disperazione, il matrimonio dei genitori di David è diventato più forte che mai, di fronte a quel lutto.
Insieme, si dicono orgogliosi del loro ragazzo straordinario: un vero soldato di Cristo.
“David ha vinto!”, dice il papà.
Di certo il dolore resta ed è normale: “A me Dio ha chiesto un figlio…”, riferisce nelle interviste, commosso. Poi, però, aggiunge: “A Pasqua non festeggiamo solo la Resurrezione di Cristo, ma anche quella di David: nostro figlio è vivo!”

Per conoscere nel dettaglio la storia di David Buggi, accanto a quella di altri quattro giovani testimoni di fede, si può leggere “Diario della felicità 2” (Suor Dolores Boitor e Cecilia Galatolo, Mimep Docete).

Per scoprire la rubrica Sacri Volti: https://www.legraindeble.it/categorie/sacri-volti/

Condividi questa pagina!