Il Battesimo: “Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio, E narrerò quanto per me ha fatto. Sia benedetto Dio, Che non ha respinto la mia preghiera, Non mi ha negato la sua misericordia”.

Questo capoverso del Salmo responsoriale è la chiave di lettura della Parola di Dio di oggi. Nella prima lettura ci viene raccontato dagli atti degli apostoli il dono più grande che una persona possa ricevere: il Battesimo. Esso è la porta reale per i Sacramenti, via per la salvezza. Esso è la porta tramite cui passa lo Spirito Santo, tramite cui la preghiera giunge diretta al Padre e viene accolta. Il Battesimo è la porta del Paradiso da cui passa la misericordia di Dio per noi. Non basta semplicemente convertirsi a Gesù. La conversione delle parole e dei fatti non è ancora il Battesimo: il Battesimo è l’atto in cui Dio ascolta la preghiera del convertito e gli concede molto molto più di quanto gli fosse stato chiesto. Poiché noi sì ci convertiamo a Gesù, ma non ci rendiamo conto di cosa realmente significhi finché non lo viviamo, cioè finché il Padre non ce lo fa vivere nel Battesimo, cioè non ci perdona usando la sua misericordia. Così il Padre ci rende a nostra volta capaci di perdono.

Il perdono mediante il Battesimo

È la seconda lettura: san Pietro ci invita a “rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”. Ma come dobbiamo farlo, con le parole? No, con i fatti: con il perdono. È il perdono che rende la vera testimonianza della nostra fede. Perdonando e amando i nemici e chiamandoli fratello e sorella testimoniamo realmente la nostra fede in Gesù Cristo. Le parole non servono a niente e non possono essere accolte senza i fatti, senza il perdono. Infine, c’è la preghiera di Gesù nel Vangelo. Il modo in cui ci ha perdonati totalmente e il modo in cui ce lo ha mostrato, morendo sulla Croce, è il suo amore, l’amore di Gesù per noi.

Questo è l’amore che è fonte della sua preghiera al Padre; è la fonte cui Gesù, sommo ed eterno sacerdote, attinge affinché noi possiamo ricevere lo Spirito Santo. Egli è la presenza eterna di Gesù tra noi, egli è quanto Gesù ci ha promesso e il vero autentico e concreto motivo per cui doveva morire e risorgere. Amore, preghiera e Spirito sono un indissolubile cerchio di salvezza, redenzione, gioia e bellezza per la vita da cui proviene il perdono di Dio e il nostro e che Gesù ci dona donandoci se stesso.

L’amore, coerenza del Vangelo

La presenza reale di Gesù è l’amore, l’amore vissuto nel servizio, nel perdono, nella misericordia, nell’umiltà, nello scegliere di farsi imporre le mani: perché qualcuno ci imponga le mani è necessario mettersi in ginocchio. Sta qui la coerenza che Gesù e Pietro ci chiedono. Non si può predicare Gesù mettendo sé stessi davanti a lui. Si può farlo solo perdonando e perdonando realmente. E questo è possibile solo pregando, attingendo alla medesima fonte da cui attinge Gesù, cioè la morte e la resurrezione, l’amore totale, l’amore infinito di Dio. La coerenza del Vangelo consiste nel piegarsi, nel farsi guidare da qualcun altro, nell’ascolto dell’obbedienza agli altri, alla realtà.

Non possiamo dirci da noi stessi che siamo umili né dirci da noi stessi che amiamo, e non possiamo neppure amare né perdonare da noi stessi.

Ecco la modalità reale di piegarsi, ecco cosa significa essere umili realmente: non amare da sé, ma amare da Dio, cioè a partire dall’amore di Dio. La presenza reale di Gesù è il perdono: ivi è presenza reale come nell’Eucaristia. Anzi, il perdono è ciò che rende l’Eucaristia viva e sperimentabile. Nel perdono c’è presenza reale perché è l’esperienza, il fatto che viviamo realmente di ciò che Cristo ci ha donato e ci dona nell’Ostia consacrata. Come pretendere che tanti fratelli e sorelle si innamorino di Cristo e dell’Eucaristia se non hanno fatto esperienza del perdono? Come possiamo noi dirci cristiani e innamorati di Cristo se non abbiamo mai perdonato realmente una persona che ci ha fatto del male? Ma non sta a noi farlo. Sta a noi chiedere a Gesù di farci perdonare, di dornarci questa grazia infinita che è la più grande e la più bella della vita. È il Battesimo, è la vita del battezzato.

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Giuseppe Scattolini

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