Scrivendo ai Corinzi, forte dell’esperienza che egli stesso ha vissuto, l’apostolo Paolo constata come lo Spirito Santo riversi nei credenti un’abbondanza di doni.

Il linguaggio che utilizza, spesso polemico, ci suggerisce che egli voglia puntare il dito contro un’eccessiva importanza che viene attribuita a queste manifestazioni particolari dello Spirito, così importanti per i cristiani di Corinto. Tuttavia, egli ne approfitta per ricordarci l’origine e lo scopo di tali doni.

Già il termine carisma, che egli preferisce agli altri, ci ricorda che essi sono una singolare espressione della grazia (charis) che si manifesta nel popolo di Dio. Si tratta perciò di elargizioni gratuite della grazia divina che si manifestano in molteplici modi, secondo la fantasia propria dello Spirito e non secondo i talenti o l’impegno dei singoli credenti.

Abitati dallo Spirito, essi scoprono di avere doni variegati, ma tutti provenienti dall’unica origine divina, la sola che possa garantire di conservare l’unità all’interno della comunità, sebbene nella differenza dei doni ricevuti.

La cartina di tornasole è proprio il modo con cui questi doni differenti sono esercitati all’interno dell’unica Chiesa. Essi, infatti, a niente giovano se manca l’amore; ad esso devono tendere i credenti perché, tra tutti, è proprio questo il dono più grande!

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Don Fabio Villani

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