“Nello spezzare il pane” è una meditazione biblica sul Vangelo di Luca. Altre meditazioni sulla Parola di Dio sono presenti nella nostra rubrica Lievito nella pasta.

Il Vangelo di questa domenica, Luca 24, 13-35, ci propone il racconto Pasquale dell’apparizione di Cristo ai discepoli di Emmaus. Con questa pagina, Gesù ci sta dicendo che cammina accanto a noi e dobbiamo continuare ad avere fiducia in Lui se non vogliamo ripiegarci su noi stessi, sulle nostre paure e angosce. Avremo gioia e luce nella vita solo camminando con il Risorto. 

E camminava con loro

La vicenda si svolge durante la notte di Pasqua e i protagonisti sono due discepoli di Gesù, che si apprestano a lasciare Gerusalemme per recarsi ad Emmaus. Sulla loro anima grava tutto il peso dello sconforto per quanto accaduto. Hanno vissuto con Gesù per tre anni e della sua Parola di salvezza si sono innamorati. Eppure, dopo la sua morte sono delusi per i progetti di liberazione in cui credevano e per questo decidono di abbandonare la Città Santa. 

Mentre i discepoli camminano, Gesù va loro incontro “Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo” (Luca 24, 16-17). I due infatti, non lo riconoscono, perché ancora ripiegati nel dolore e nello sconforto per quanto accaduto. L’evento della Croce li ha scossi e destabilizzati.

Così accade spesso anche a noi. I nostri occhi sono impediti a riconoscerLo ed è Gesù a fare il primo passo venendoci incontro, rispettando i nostri tempi e interrogandoci: “Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?” (Luca 24, 17-18). Cristo ci risveglia dal torpore in cui siamo caduti: “Tu, che cosa stai facendo?”. Ed ecco che nel discorso dei discepoli si consuma il momento più triste e drammatico del Vangelo: “Noi speravamo che Egli fosse Colui che avrebbe liberato Israele” (Luca 24,21-22). Il verbo “sperare”, coniugato al passato, esprime tutta la disillusione e la poca fiducia che essi ripongano nel progetto di Dio, perché diverso dal nostro. Spesso risulta difficile abbandonarsi alla sua volontà e al mistero del suo disegno su di noi. Perché: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie – oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri” (Isaia 55 8-9). Ma è Gesù stesso a fermarli e ad ammonirli: “Stolti e lenti di cuore a cedere in tutto ciò che hanno detto i profeti!” (Luca 24, 25-26). Da qui il Risorto comincia ad annunciare la Scrittura che si è compiuta su di Lui. Questo perché, la Parola è la chiave che ci consente di leggere tutto ciò che accade nella nostra vita, sotto una luce nuova. Ogni angoscia, paura e afflizione può essere vinta accogliendo la volontà di Dio su di noi, secondo la sua Parola, andando al di là di ciò che avevamo progettato noi stessi. 

Nello spezzare il pane

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Proprio perché illuminati, i discepoli dicono a Gesù: “Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai lontano” (Luca 24, 29-30). Gesù non va via, non ci lascia mai soli ma ci resta accanto soprattutto nelle difficoltà, nei dolori e nelle angosce. Egli quella sera resta accanto ai suoi discepoli e con essi cena. A tavola Cristo recita la preghiera di benedizione e spezza il pane. Questo è il segno dell’apparizione del Risorto. Il mistero del pane spezzato rivive proprio davanti agli occhi dei discepoli di Emmaus: “Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero” (Luca 24, 31-32).  Ecco perché si celebra l’eucarestia: per rivivere quel mistero e per poter fare, sempre di nuovo, memoria di Lui. È nello spezzare quel pane di vita eterna che Lui si fa carne, vive e cammina in mezzo a noi. 

Non ci ardeva forse il cuore?

Dunque a chi, soprattutto in questo periodo di prova e difficoltà, si chiede “Dov’è Dio?”, la Parola che risuona da questa meravigliosa pagina di Vangelo, risponde: Gesù è vivo e cammina accanto ad ognuno di noi. Viene incontro e accoglie chi è affranto, aspettando i nostri tempi e non forzandoci. Egli è paziente e ci aspetta. Tuttavia, saremo in grado di riconoscerlo solo se, anche da parte nostra, lo accoglieremo infiammandoci d’amore per la sua Parola e facendola risuonare dentro di noi: “Non ardeva forse il nostro cuore mentre Egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?” (Luca 24, 32-33). 

Per poter cambiare prospettiva sulla nostra vita, alziamo lo sguardo, lasciamoci inondare da quell’Amore sulla croce e guidare dalla sua Parola che è luce per i nostri passi. 

Agape

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