Dal berèshit di Genesi all’ultimo oracolo di Malachia, soglia dei Vangeli, i cui inizi matteani e lucani, scandiranno i giorni dello stupore dal 17 al 24 dicembre, la Sua Parola ha nutrito la millenaria attesa di un popolo. Ha sostenuto una promessa, un’unica, vera, perenne, antica e sempre nuova promessa di esserci sempre, di essere il Dio-con-noi, il Dio-in-mezzo-a-noi. Questa promessa si è realizzata e si realizza ancora in Gesù. È lui il vero centro di questa storia scandita dalle promesse di Dio. Promesse sui cui sentieri hanno camminato e camminano tutti i precursori di Dio, gli apripista del Messia, uomini e donne di ogni tempo, preparatori delle albe di Dio, strimpellatori dell’arpe delle sue aurore, che fomentano giravolte del cuore, perché i figli nel Figlio ritornino al Padre. Uomini e donne del prima, il prima – che è sempre prima – di Dio.

Tenete a mente la legge del mio servo Mosè,
al quale ordinai sull’Oreb
precetti e norme per tutto Israele.
Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga
il giorno grande e terribile del Signore:
egli convertirà il cuore dei padri verso i figli
e il cuore dei figli verso i padri,
perché io, venendo,
non colpisca
la terra con lo sterminio.

(Mal 3, 22-24)

Francesco Pacia

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