Ogni cuore ha le sue ferite

Abbiamo visto la scorsa settimana l’incontro di Gesù risorto con san Tommaso: in quell’incontro Tommaso, desiderando di toccare le ferite di Cristo, vede risanate le sue ferite interiori e pronuncia l’atto di fede più bello di tutti i Vangeli, “Mio Signore e Mio Dio!”. La ferita di Tommaso è quella di non aver creduto, di non aver avuto fede in Gesù e negli amici che il Signore gli aveva dato come compagni di uno stesso ministero.

C’è un altro uomo con altre ferite che ha bisogno di essere risanato, in quella strana combriccola: è il “capo”, è Pietro. Le ferite non risparmiano nessuno, nemmeno chi, agli occhi del mondo, sta “ai vertici”. Anzi, Gesù ci insegna che, essendo Lui il vero Capo del corpo mistico che è la Chiesa, non c’è nessun dolore come il Suo, non c’è nessun dolore del cuore umano che Egli non abbia abbracciato con sé nella sua Passione, morte e risurrezione.

“Veniamo anche noi con te”

Pietro è stanco, non sa che fare. Dentro di sé il rimorso di aver tradito per tre volte il Maestro che è morto, ora è anche risorto, ma ancora per il suo cuore tutti questi elementi non trovano una sistemazione. “E quindi?”, pensa Pietro, adesso che faccio? Torno a fare quello che ho sempre saputo fare: “Io vado a pescare”. Decide da solo con la sua solita irruenza, non chiede che qualcuno vada con lui. Forse vuole un po’ di solitudine, distrarsi con delle occupazioni per non pensare.

Chissà se gli altri apostoli provavano le stesse cose; forse sì, forse non alla stessa maniera. “Veniamo anche noi con te!” Forse decidono di seguire Pietro per affetto, forse per tenerezza, forse perché anche loro cercano delle risposte e colgono l’idea di Pietro come unico appiglio per smuovere qualcosa nella loro vita. Non hanno paura delle ferite di Pietro, perché sanno di averle anche loro. E lo accompagnano, anche se quella notte non prendono nulla. È il fallimento più totale dell’umanità; sono insieme, ma a mani vuote.

Dalla parte destra

Tante volte diciamo a noi stessi di prendere le cose “per il verso giusto”; può essere un modo di fare “filosofia spicciola”, oppure può contenere un significato più profondo: Gesù stesso dice loro di guardare il lato positivo, di gettare le reti “dalla parte destra”. Mi vengono in mente alcune frasi: “La destra del Signore ha fatto meraviglie”, “Andrea è il mio braccio destro”. Ma l’immagine biblica più bella me la dà Ezechiele nella descrizione del tempio, al capitolo 47,1-2ss:

Mi condusse poi all’ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro.

Nei versetti successivi si dice come il profeta cerchi di misurare la larghezza e la profondità di questo fiume, avanzando ogni volta di “mille cubiti”: eppure non è un fiume misurabile né attraversabile a guado, ma tanto profondo da essere navigabile con le barche; un fiume dall’acqua speciale che risana tutte le piante e i pesci che vivono in esso. Questo fiume sterminato che esce dal lato destro è l’acqua e il sangue che escono dal fianco di Gesù trafitto dalla lancia, simboli della sua misericordia che ci lava interamente attraverso la Confessione.

Pescare nel cuore di Dio

Mi piace pensare che quella fiducia dei discepoli, quel gettare la rete a destra, ci voglia suggerire di riporre le nostre mancanze e le nostre angosce “nel cuore di Cristo” che solo può lavare e risanarci e vivificare tutte le nostre attività passate, presenti e future. Prendere le cose “dal lato giusto”, sì, ma come? Immergendole nel cuore di Dio. Come Gesù ci dice oggi, 13 maggio, Egli è la porta delle pecore, e solo quello che passa attraverso di Lui ha la vita e sazia la nostra fame di amore e di pace: “Io sono la porta delle pecore: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10, 9-10).

L’augurio per questa settimana è di poter gettare ogni nostro affanno nel Suo cuore, e di imparare a pescare dal “lato destro della vita”, immergendo le nostre reti nell’infinita misericordia di Dio. Peschiamo nel cuore di Dio… e non rimarremo delusi.

Vostra sorella “Si naturale”

Link alla categoria delle Riflessioni: https://www.legraindeble.it/categorie/riflessioni/

Condividi questa pagina!