Santa Maria Maddalena de’ Pazzi nacque a Firenze il 2 aprile 1566 da Camillo, alto esponente della nota famiglia fiorentina, e da Maddalena Maria Buondelmonti. Fu la seconda di quattro figli e unica femmina. Lucrezia era il soprannome con cui veniva chiamata dai suoi. Amava sentir parlare di Dio e poneva alla mamma domande su di Lui per approfondire il mistero.

Fin da piccola esercitò la carità, sia con il fare elemosine sia insegnando ai figli dei suoi contadini le preghiere e il catechismo. Ebbe sempre nel suo cuore un fermo e vivo desiderio di fare la volontà di Dio e di esercitare le virtù. Particolarmente dedita all’orazione mentale, nella quale si soffermava specialmente sulla passione del Signore Gesù e sul mistero dell’Eucarestia. 

Nel 1574 andò come educanda nel monastero di San Giovannino dei Cavalieri, dove fece la prima comunione e dove il 19 aprile 1576 emise il voto di verginità. Intanto andava maturandosi la sua vocazione alla vita religiosa, per la quale scelse il monastero delle carmelitane di Santa Maria degli Angeli, in borgo san Frediano, quando sentì che vi si riceveva con frequenza la comunità. 

Il 30 gennaio 1583 vestì per la prima volta l’abito carmelitano prendendo il nome di Maria Maddalena. Ai primi di marzo dell’anno seguente si ammalò gravemente di una strana malattia con febbri altissime e tosse, per cui fu deciso di farle anticipare la professione religiosa, che emise il 27 maggio 1584, festa della santissima Trinità. Aveva appena diciotto anni. 

Da questo giorno cominciarono i fenomeni estatici della sua vita, un’esperienza eccezionale e impressionante, concentrata tra gli anni 1584-1591. I fervori divini ripresero poi per un semestre nel 1592 e andarono poi diradandosi sempre più fino a scomparire del tutto. Alcune delle esperienze mistiche della Santa Maria Maddalena de’ Pazzi riguardarono: la passione di Cristo, dono della corona di spine, incisione sul cuore delle parole E il verbo si fece carne, dono ripetuto delle stimmate, estasi prolungata anche per quaranta ore, infusione dello Spirito Santo sotto diverse figure. 

Tuttavia per Lei non mancarono anche prove e purificazioni per una perfetta trasformazione in Dio. Dal 16 giugno 1585 iniziò, un terribile periodo di prove e tentazioni che durò ben cinque anni e che essa definiva Il lago dei leoni.

Fu appassionata della Chiesa e del suo rinnovamento, tanto da scrivere diverse lettere al Papa, ai cardinali, a persone e istituti religiosi affinché la Sposa-Chiesa fosse sempre più bella. Esercitò l’ufficio di maestra delle novizie e delle giovani. Inoltre fu anche sottopriora ma concluse la sua vita come suora comune senza particolari incarichi. 

Dal 1604 sperimentò il <<nudo patrie>>, si ammalò e passò gli ultimi tre anni della sua vita nel nascondimento e nelle prove fisiche e morali. Morì il 25 maggio 1607, all’età di soli quarantuno anni. 

Fu proclamata beata da Urbano VIII l’8 maggio 1626 e il 28 aprile 1669 Clemente IX la elevò alla gloria degli altari con la canonizzazione. 

Nel monastero di santa Maria degli Angeli si conservano cinque libri manoscritti delle sue opere che si intitolano: Libro dei quaranta giorni, Libro delle rivelazioni e intelligenze, Libro della prova e Libro del rinnovamento della Chiesa. Le sue opere sono il frutto di quanto alcune monache trascrivevano mentre la Santa parlava durante i fenomeni straordinari oppure dettava, ricordando ciò che aveva sperimentato nelle sue stasi. La sua dottrina si concentra soprattutto attorno alla figura di Gesù Cristo come mistero di Dio e salvezza dell’uomo.

Di seguito riportiamo uno dei brani più belli e significativi di Santa Maria Maddalena del Pazzi tratto dalla raccolta delle sue Opere. In queste parole la Santa rivive il Vangelo di Giovanni (14, 1-6) quando Gesù dice: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». 

“E chi persevererà quaggiù in quella bellezza andrà a collocarsi in quel luogo che gli andasti a preparare. Ma a me basta Te stesso! Dicesti che ci volevi andare a preparare il luogo. Oh non ce l’avevi Tu preparato ante costitutione mundi si come prima avevi detto? E se l’avevi preparato perché dici ora: Vado preparare vobis locum? Se l’avevi preparato innanzi venissi quaggiù, perché dici lo vado a preparare lassù? Che vocaboli usi Verbo per condiscendere la nostra ignorantia? Tu andasti a preparare non in luogo, no, che sin ad aeternum era preparato; non solo luogo ma un Regno, non una mansione ma più mansioni. Venite possedete regnum quod vobis paratum est a costitutione mundi in nomo patris mei mansiones multe sunt. Oh dunque, che ci andasti a preparare ascendendo in cielo alla destra del padre oh Verbo? Ci andasti si a preparare i modi per acquistare il suo luogo. È che con l’infonder del tuo Spirito Santo in Noi col quale ci illuminasti l’intelletto, ordinasti la memoria e muovesti la volontà infiammandola col suo divin fuoco. A ciò potessimo con l’affaticarci e far molte buone opere, acquistarci il suo luogo, da Te ad aeterno a noi preparato. Esso luogo di pace e l’abbiamo acquistare con continua guerra. Il luogo di riposo e l’abbiamo acquistare con fatica; il luogo di contento gaudio allegrezza e l’abbiamo acquistare con affanno, con pena e con pianto. Lì è finalmente luogo di luce e l’abbiamo acquistare nelle tenebre e con le tenebre della molta tentazione, confusione, afflizione, interiore ed esteriore. E ci andasti ancora a preparare il luogo perché dov’eri tu volevi che fossimo noi. Oh si perché noi stessimo sempre dov’eri tu. Oh Verbo! Oh Sposo! Oh Purità! Ogni creatura può dire a se stessa e Tu verbo a Lei tanto tempore vobiscum sunt et non cognovistis me. Ogni volontà, ogni intelletto, ogni anima lo può dire a se che tanto tempo sei stato con lei e non ti ha conosciuto. Lo puoi ancora dire a Lei, Tu, oh Verbo, lo puoi dire agli angeli e gli angeli a noi: <<tanto tempo è stato con Voi e non l’avete conosciuto>>. C’è tanto bisogno di questa reprensione. Quanti, quanti fuggono di esser dove sei tu: le storte intenzioni, le maculate opere, le impure parole. Tutte sono un fuggir da Te. Ma si, si dove son loro sei Tu ma loro non son già dove Te, dico, dove sei Tu. Tu sei nell’Inferno ma l’Inferno non è già dove Te”.

Altri articoli di approfondimento li potete trovare nella nostra rubrica Santi Nascosti.

Agape

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