Spesso nella vita ci troviamo di fronte a situazioni in cui sembra che manchi la presenza di Dio, non riusciamo a vederlo, ci sentiamo soli e spaesati, incerti del futuro… “Vogliamo vederti!” è allora la preghiera che deve scaturire dal nostro cuore, quella che squarcia il velo dell’incertezza gettandoci nelle braccia del Padre che sempre e da sempre ci attende con tenerezza.
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». (Gv 10, 22-30)
“Se sei tu, dillo apertamente”.
Quante volte chiediamo a Dio di essere più chiaro, di dirci esattamente cosa fare, di spiegarci il perché e il percome di certi fatti… Il cristianesimo però non è una dottrina da imparare a mente, ma una esperienza da vivere con tutto noi stessi, con l’interezza della nostra persona: “Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo” (1 Ts 5,23). Non siamo solo mente, non siamo solo corpo, non siamo solo emozioni ma siamo una persona intera.
“Le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me”:
non occorrono tante parole, ma aprire gli occhi sui fatti che Dio compie nella mia vita… opere di guarigione, di consolazione, di accompagnamento… ci sono quotidianamente, ma come fare per aprire gli occhi e riconoscerle? Abbiamo bisogno di una “correzione”, la prescrizione di un nuovo paio di occhiali: gli occhiali dell’Amore, che è lo Spirito Santo.
Occhiali che aprono la mente e scaldano il cuore.
In questo tempo di Pasqua la prima lettura è tratta dagli Atti degli Apostoli, in cui si narra l’opera che lo Spirito Santo compie nella Chiesa nascente. Spirito Santo che attendiamo, invochiamo e preghiamo che scenda su di noi, protesi verso la festa di Pentecoste. Vieni, Spirito Santo, guida i nostri passi, apri il nostro cuore alle opere del Signore. Vieni Spirito che sei Amore, facci fare una vera esperienza di amore del Padre, figli nel Figlio, in comunione con i fratelli. Vieni Spirito Santo, facci vivere nella misericordia di Dio, fiduciosi nella sua Provvidenza, senza affannarci per il domani ma vivendo le nostre sfide giorno per giorno.
Vostra sorella “Si naturale”
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