L’altra volta (https://www.legraindeble.it/abc-liturgico-lascolto-i-parte/) ci siamo lasciati dopo aver parlato dell’importanza dell’ascolto, della sua essenzialità nel momento in cui vogliamo porci nelle condizioni per entrare in comunione con Dio e non solo.

Oggi proveremo a dare qualche suggerimento sulla modalità di questo ascolto e quindi ci chiederemo “come” si ascolta?

Gli strumenti per l’ascolto

Anche in questo capitolo ci lasceremo guidare dal testo di Gasparino: “La Messa cena del Signore”, egli parla proprio di attrezzatura per ascoltare, ecco quindi di seguito i tre strumenti per tale fine.

Il silenzio esteriore ed interiore

Il primo strumento per l’ascolto è il silenzio. Non tanto quello esteriore che è meno grave quanto quello interiore, esso non può essere improvvisato, non basta dire: “Ora faccio silenzio” e tutto tace. Esso non si trova in superficie ma in profondità, nelle nostre profondità, occorre un profondo atto di volontà, profondo e costante. Per usare un’immagine è come scavare un pozzo sapendo che l’acqua è molto in profondità: così il silenzio interiore.

La volontà di comunicare con Dio

Dio ama profondamente la nostra libertà, altrimenti non ci avrebbe creati liberi. Per tale motivo ha molto rispetto dei nostri atti volontari, se noi non vogliamo porci in ascolto, lui non insisterà ad oltranza. Quindi il primo passo è il “desiderio” di porsi in comunicazione con Lui e Lui in modo misterioso si manifesta.

Ma come mette in risalto Andrea Gasparino nel suo “La Messa cena del Signore”: “Basta poco per soffocare la voce di Dio in noi”, di conseguenza occorre molta cura, delicatezza ed attenzione.

Foto di Nikola Pešková da Pixabay 

Un amore corrispondente all’ascolto

Un altro desiderio che deve animare il dialogante è la volontà non solo di ascoltare ma anche di dare forma, di mettere in pratica ciò che il Signore potrebbe chiedere nel dialogo, aver l’atteggiamento del discepolo che è pronto a seguirlo, ad essere obbediente, di colui che fa propria l’affermazione di Samuele: “Parla, o Signore, che il tuo servo ti ascolta”. Senza questo fine “pratico”, la preghiera rischia di divenire sterile.

Concludendo abbiamo iniziato a rispondere, almeno teoricamente, a questa domanda: “Come ascoltare”, nel prossimo articolo vedremo come praticamente è possibile ascoltare.

Per ora iniziamo a far scendere nel cuore questi consigli.

Shaqued

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