A termine di questo tempo propizio di Natale, vorrei farvi una confessione: inizio ad essere allergico alle luminarie natalizie, non tanto ad esse in quanto tali ma al loro abuso sia a livello di quantità sia a livello di contesto, un’allergia che fa rima con distrazione. Inizio, infatti, a non sopportarle perché mi distraggono, come se ci fosse bisogno, dal centro, dalla luce più importante, quella per cui Natale è Natale. E’ un punto di vista prettamente cristiano, forse poco inclusivo, ma per me il Natale è prima di tutto, al fondamento di tutto, il Mistero – perché è un bellissimo mistero – dell’Incarnazione, di un Dio che si fa uomo nelle sembianze di un bambino. Un evento talmente esplosivo che non ha bisogno di alcun altro riflettore, di altri lucine, è una luce che di per sé rischiara, illumina e dirada le tenebre più forti.
I negozi pieni di articoli natalizi a Settembre, luminarie cittadine già montate ad Ottobre, regali pronti a Novembre, una corsa che almeno per me rischia di perdersi prima della meta o perdersi proprio del tutto la meta: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1, 9).
Ecco il “centro” di tutto: la Luce vera, quel punto di gravità a cui tende tutta la storia della salvezza: Gesù. Eccolo, il punto focale verso il quale concentrare tutta la nostra attenzione, le nostre forze; tutto il resto, se non aiuta a contemplare Lui, può essere un intralcio, una distrazione appunto. Una luce che abbaglia, attira ma che non illumina le vie della vita.
I Magi questo lo hanno capito molto bene tanto che seguono o inseguono una “stella” (anch’essa una luce) per arrivare a quella Luce e quando la scorgono, ci racconta Matteo nel suo Vangelo: “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono (Mt 2, 11).
Ed oggi siamo giunti al termine corsa, da domani la preoccupazione principale sarà appunto: togliere le luminarie, riporre alberi e presepi; alcuni saranno tristi, alcuni sollevati che questo tempo sia concluso. Vorremo che questa fatica ci venisse risparmiata, tanto – come si nota dal titolo che parafrasa un meme di questi giorni – se qualcuno lo facesse per noi ne saremmo ben contenti.
A me restano in mano alcune domande tra cui: “A quale luce ho guardato?” – “Da cosa è stato rapito il mio cuore e il mio tempo?” – “Ho contemplato quella Luce vera, l’unica che può illuminare la mia vita come avrei voluto e dovuto?”. Ora come ora non so rispondere, ma voglio lasciarvi e lasciarmi un augurio, forse l’ultimo che tra le tante luci che rimetterete nello scatolone, una solo lasciatela fuori, l’unica essenziale: la Luce che “splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta” (Gv 1, 5).
Ora, Alexa puoi togliere tutte le luminarie o quasi.
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