Questo componimento di Sant’Anselmo d’Aosta è per me, da tempo, un inno alla sete di Dio, un inno – come dice il titolo – a “cercare Dio”. Quest’articolo, nella sua brevità, è stato scritto, nel 2020, nel bel mezzo del Covid 19. La terribile pandemia che ci ha costretto a stare chiusi in casa e a fare i conti con noi stessi. In questo deserto e in uno stato angosciante mi sono reso conto che l’alternativa migliore, la più saggia, era rifugiarsi nella preghiera. In un anelito forte a Colui che può liberarci da ogni nostra paura, catena e può donarci la libertà. Così quando ho incontrato questo brano di Anselmo, mentre studiavo per un esame, subito ho deciso di trascriverlo qui per dare sollievo a chi sta cercando qualcuno che possa salvarlo. Ecco il mio invito è “cercare Dio”.
Orsù, dunque, uomo, sfuggi un poco alle tue occupazioni, sottraiti discreto ai tuoi tumultuosi pensieri, allontana le tue pesanti preoccupazioni e metti da parte le tue faticose dispersioni.
Renditi per un poco disponibile a Dio e riposati un po’ in lui. “Entra nella stanza” della tua mente, lascia fuori ogni cosa tranne Dio e ciò che ti giovi a cercarlo, e “chiusa la porta” cercalo.
Di’ ora, o “mio cuore”, tutto intero, dì ora a Dio: “Cerco il tuo volto Signore; il tuo, Signore, Io ricerco”.
Anselmo d’Aosta, Proslogion. – “Cercare Dio”.