In questa ultima domenica, prima del tempo forte di Quaresima, Gesù mostra il suo volto da Maestro, in una pagina dal deciso gusto sapienziale, fatto di sentenze e di ammonizioni, sapienza condensata in ‘gocce’. Il Maestro sembra farci aprire gli occhi su realtà ‘naturali’: alberi, frutti, guide cieche, pagliuzze negli occhi. Ogni sentenza ci potrebbe aprire un ‘mondo’, condurci su una strada più o meno impervia.

Ho letto questo Vangelo qualche giorno fa, prima dell’invasione dell’Ucraina, e – fin da subito – mi ha fatto pensare che le ‘azioni’ non spuntano come i funghi, così all’improvviso; possono essere inaspettate, inattese ma a ben vedere esse hanno un’origine, una storia, una sorgente.

E così stamattina – mentre cercavo di raccontare e spiegare ai miei alunni la parabola del Buon Seminatore – mi rendevo conto di quanto sia ‘difficile’ preparare un buon terreno, pensa far crescere buoni frutti. Ormai siamo quasi circondati da improvvisate guide per la ‘crescita personale’: diventi saggio in cinque mosse, dimagrisci con questi tre cibi, combatti l’ansia con queste tre parole. Tutta ‘legna’ nell’immenso fuoco dell’auto – illusione del pensiero magico, cercando ancora di nutrire quella parte infantile di noi che vorrebbe ‘tutto e subito’.

Invece no, il Creato ci viene a dire ed a insegnare che il dinamismo è un altro, ha un suo ritmo, una sua ‘lentezza’, non possiamo pretendere da un ‘rovo’ dell’uva, come non possiamo ‘pretendere’ che all’improvviso diventiamo ‘più buoni’, ‘più santi’.

Mi vengono alla mente le storie dei martiri contemporanei, come ad esempio quella dei monaci trappisti di Tibhirine raccontata con somma capacità nel film ‘Uomini di Dio‘. Sette monaci che – nonostante la minaccia del terrorismo islamico divampava intorno a loro – hanno deciso di ‘rimanere’ nel loro monastero e venire uccisi, pur di condividere la sorte con il proprio popolo di adozione. Oppure le sorelle carmelitane che hanno deciso di rimanere in Ucraina, mentre intorno è potente il suono dei bombardamenti.

Credete che ‘donazioni’ così si improvvisano, si possano decidere con un singolo ‘atto di generosità’? Oppure che ‘azioni di guerra’ nascono da cuori in pace? Io credo di no, ma lascio aperta la porta ad un dubbio salutare e salvifico. Pensiamoci quando compiono le nostre piccole azioni quotidiane, possono essere gocce in un oceano ma l’oceano è fatto di gocce.

Paride

Per chi volesse approfondire la storia di questi monaci martiri: https://www.avvenire.it/agora/pagine/martiri-di-tibhirine-monaci-trappisti-semplicemente-cristiani-lev

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