Eppure Cristo sceglie ancora vuole essere una meditazione a partire dal Vangelo di Luca, al capitolo sesto. Altre riflessioni sono all’interno della rubrica Lievito nella pasta.

A ben leggere l’elenco degli apostoli si possono evidenziare varie particolarità, una su tutte però mi colpisce in questa mattina di fine Ottobre: la loro profonda umanità e nell’umanità vorrei includere tutto ciò che vi è di bello e di brutto in un uomo e in una donna, anche il tradimento, anche l’infedeltà, anche l’ambizione, anche la violenza interna ed esterna.

Certo se Gesù fosse un manager di una grande azienda, forse il suo titolare gli avrebbe fatto qualche annotazione, qualche correzione, avrebbe dovuto assumere i più competenti, i più leali, i più leali, i più coraggiosi, i meno paurosi; discorso non dissimile varrebbe se fosse il direttore sportivo di una grande squadra di calcio, avrebbe dovuto scegliere i migliori, i più atletici, i più allenati mentalmente e fisicamente, i più attraenti dal punto di vista del marketing.

Gesù fa altro, Gesù fa sempre altro, i criteri della sua scelta affondano nelle viscere del mistero di Dio, si generano in una notte di profonda preghiera, di profonda unità ed intimità con il Padre, germinano in un contesto tipicamente trinitario e il suo scegliere non è un atto passato ma è un atto continuo perpetuo: un chiamare generoso, un chiamare fiducioso, un chiamare che non smette di scommettere su di me, su di te nonostante noi. Una chiamata a qualcosa di preciso, a qualcosa di singolare ed originale, eppure Cristo, nonostante le macchie della nostra Chiesa pellegrina, chiama ancora.

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