Il riso sarcastico del mondo è una meditazione a partire dal brano della Genesi, presente nel capitolo 18.

Vi è un particolare che, nella vicenda di Abramo e Sara, proclamata nella prima lettura (Genesi 18, 1 – 10), non viene narrato, è la reazione di Sara alla promessa di Dio: “Allora Sara rise” (Gn 18, 12a). Perché Sara ride davanti alle parole dell’uomo mandato da Dio alle querce di Mamre, di cosa si stava parlando, cosa era accaduto? La storia di Sara ed Abramo è abbastanza nota, in età avanzata, gli viene chiesto di partire per andare in un nuova terra, essi non hanno figli, nonostante Dio gliel’abbia promessi. Abramo ha avuto un figlio dalla schiava Agar, Ismaele, ma lui non è figlio della promessa. Dio non demorde, non si arrende, egli è fedele alle sue promesse quindi va di nuovo incontro ad Abramo alle Querce di Mamre, lì lui li accoglie con tutti gli onori, li ospita, gli dona acqua e nutrimento e uno di loro, nell’andarsene, lo saluta in questo modo:  «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». 

Una notizia stupenda, attesa e sperata ma che cozza con il modo comune di andare delle cose: “Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Sara ciò che regolarmente avviene alle donne”. Ecco il motivo del riso di Sara, un riso più che normale, giustificato, direi scientificamente provato. E’ il riso sarcastico del mondo che davanti all’essere e parlare di Dio, ride come davanti ad un qualcosa di bello ma impossibile, favoloso a dir poco.  

Scena dissimile ma non tanto nella conclusione è quella del Vangelo (Lc 10,38-42): qui ci sono due sorelle, una completamente assorbita dalle sue faccende da padrona di casa e l’altra completamente assorbita dall’ospite di casa, Gesù. Siamo a Betania, luogo caro a Gesù. Anche qui una scena celebre sia nei gesti che nelle parole e qui torna il conflitto tra il pensare di Dio e quello dell’uomo. 

Quanti di noi, io in primis, alle parole di Gesù: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Non hanno avuto una reazione simile a quella di Sara: ridere.

Sì, Gesù hai ragione, parli bene ma la vita è un’altra cosa, la vita non va così, ci sono delle regole della vita che vanno da un’altra parte e noi a questa legge ubbidiamo. Chi si può permettere di fermarsi, di contemplare, di pregare? Qui tocca fare, disfare, lavorare!

Fosse una discussione tra uomini potremmo quasi averla vinta, l’obiezione del cinico realismo taglia le gambe a qualsiasi altra argomentazione fantasiosa: sarebbe bello ma la vita è un’altra cosa. Piccolo particolare è che Colui che parla non è un uomo ma è Dio, che insieme al Padre e allo Spirito, ha creato il mondo ed anche l’uomo. Conosce bene, sicuramente meglio di noi, le leggi insite nella natura e nel cuore, spesso ferito, dell’uomo. La sua parola come dirà Giovanni nel suo Vangelo: è verità! 

Ecco ora sta a noi scegliere quale passo compiere: obbedire al nostro comune modo di pensare oppure cambiare mentalità (in greco metànoia) e credere alla verità, scommetendoci sopra. Cambiare testa, infatti, è il primo e sempre vero passo da compiere per convertirci e per vivere una vita felice.

Altre meditazioni sulla Parola di Dio sono presenti nella rubrica Lievito nella pasta.

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