Lazzaro: la resurrezione del cuore è commento al vangelo della V Domenica di Quaresima

Lazzaro

In questa ultima domenica del percorso quaresimale ospitiamo le parole di Giacomo, studente presso il seminario di Ariccia. Buona lettura a tutti voi!

Purificare dagli idoli

Cari amici, 

siamo finalmente giunti alla quinta domenica di Quaresima; un percorso che la Chiesa ci regala per purificarci dagli idoli della nostra vita e accogliere a braccia aperte la Risurrezione di Cristo. Siamo ormai a circa tre quarti del cammino ed è giunto il momento di chiedersi: a che punto sto? Come va con quei propositi che mi ero fatto il Mercoledì delle Ceneri? Mi stanno veramente facendo innamorare di più del Signore o la vita spirituale è diventata pesante e difficile? Se si fatica un po’ a rispondere, forse è bene fermarsi un attimo per riflettere su quali siano le priorità da prediligere per vivere al meglio queste ultime settimane.

Personalmente reputo fondamentale purificare l’immagine falsa che molte volte ci siamo costruiti su Dio. Il vangelo di oggi ci permette di mettere in luce diversi aspetti della nostra vita e del rapporto con Cristo che ci possono aiutare a ri-orientare la nostra rotta verso la Meta. Ripercorriamo insieme il brano che la liturgia del giorno ci offre.

Un Gesù incomprensibile

Il Vangelo racconta la storia della Risurrezione di Lazzaro e ci presenta un Gesù apparentemente incomprensibile:

Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». […] Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 
Gv 11,3.6

Ognuno di noi, se venisse a sapere che il suo migliore amico è malato, la prima cosa che farebbe sarebbe correre da lui, stargli vicino e confortarlo, ma Gesù non lo fa. Perché? Perché rimane «nel luogo dove si trovava» per due giorni invece di affrettarsi da lui? Perché non si preoccupa del suo migliore amico? E visto che è Dio perché non corre da lui per fargli un miracolo? L’ha fatto a tante persone che neanche conosceva e proprio a Lazzaro lo nega?

Sappiamo, però, con certezza di fede che quando non si comprendono delle frasi della Bibbia o alcuni atteggiamenti di Gesù nei Vangeli non dobbiamo giudicarli o sminuirli. Ciò che stiamo meditando infatti, è frutto di una sapienza divina, paterna. Non giudicare, ma lasciati giudicare; accogli questa parola e meditala per scoprirne le potenzialità di verità che essa possiede.

Dopo questi atteggiamenti infatti, Gesù dice una frase importante e centrale, che permette di capire qual è il punto della storia:

All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato».
Gv 11,4

Il punto è che la morte di Lazzaro sarà necessaria per poter vivere un’esperienza di amicizia autentica con Gesù che, per sua stessa natura, è Dio! Lazzaro deve morire affinché Gesù possa manifestargli il suo vero amore; un amore che scardina le leggi della natura vincendo la morte. Un vero amico non è uno che ti evita le sofferenze, ma che ti accompagna a vederne il significato più profondo.

Cosa c’entra la morte di Lazzaro con la mia vita?

Magari a te sembra che il Signore ti stia tutt’altro che vicino, come se si fosse dimenticato di te (come con Lazzaro) perché nella sofferenza che stai portando, più di una volta gli hai chiesto una guarigione che neanche lontanamente si è fatta vedere. Ma se questa sofferenza fosse proprio il luogo in cui Dio ti sta aspettando per vivere un’avventura autentica di Risurrezione? Forse non è così lontano Gesù, anzi, magari sta soltanto aspettando che tu ti apra a Lui. Questa è l’esperienza straordinaria che santa Bakhita, il beato Carlo Acutis, il beato don Pino Puglisi, la serva di Dio Chiara Corbella Petrillo e tantissimi altri santi hanno vissuto quando hanno abbracciato la situazione dolorosa che stavano vivendo: si sono resi conto di abbracciare Gesù stesso.

Se incontrassi quei negrieri che mi hanno rapita e anche quelli che mi hanno torturata, mi inginocchierei a baciare loro le mani, perché, se non fosse accaduto ciò, non sarei ora cristiana e religiosa.” 
Santa Giuseppina Bakhita

Togliete la pietra

Foto di Gidon Pico da Pixabay

Il vangelo, infatti, non finisce con il dolore della morte:

Disse Gesù: «Togliete la pietra!».
Gv 11,39

Prima che la parola pronunciata da Gesù facesse risorgere Lazzaro, è stato necessario l’ordine di togliere la pietra. Non è un dettaglio che Giovanni mette a caso. Perché Gesù dice di togliere la pietra? E perché lo dice prima di operare il miracolo? Ecco, tanti esegeti affermano che la tomba dove Lazzaro era sepolto rappresenta la parte intima che ognuno di noi ha, ossia la profondità del nostro cuore. Dio, per poter risuscitare i tanti “lazzaro” (dunque le morti che portiamo dentro al nostro cuore), ha bisogno che qualcuno tolga la pietra che teniamo davanti. Come? Non c’è modo migliore che tramite la Santa Confessione.

Che queste righe di riflessione possano essere un incoraggiamento a riscoprire la bellezza della Santa Confessione, che ci apre il cuore e ce lo libera dalle “pietre” che ostacolano Dio nel poter pronunciare quella parola di liberazione e guarigione di cui abbiamo bisogno per vivere una Santa Pasqua.

Buon proseguimento e una Santa Pasqua a tutti!

Giacomo

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