Leggere Lettere aperte da Gerusalemme in tempo di guerra è un’opportunità, sicuramente diversa dalle altre, per vivere diversamente questo Natale, scendendo nella carne della storia e in comunione di preghiera con chi vive un Natale di guerra e non di pace.

Queste Lettere aperte da Gerusalemme nascono dal cuore, dalla mente e dalla penna di Don Filippo Morlacchi, sacerdote romano che alcuni anni fa, in accordo con il Cardinal Vicario di Roma, ha deciso di andare a vivere a Gerusalemme. Lì vive da circa cinque anni, dove ha aperto una casa della diocesi per poter accogliere e accompagnare in una forte esperienza spirituale, preti, religiosi e religiose, seminaristi, insegnanti di religione, catechisti, famiglie, laici e offrire loro una esperienza forte, del messaggio della Terra Santa: è nata così la casa “Filia Sion” che può accogliere un massimo di una decina di persone.

Grazie alla mediazione e all’interesse di Don Romano De Angelis, parroco di San Luca in Prenestino, siamo riusciti a contattarlo e ci ha raccontato, attraverso una sua lettera del 14 dicembre, il motivo o meglio i motivi che lo hanno spinto a scrivere queste Lettere aperte da Gerusalemme in tempo di guerra. Lasciamo la parola a lui:

“Vivo a Gerusalemme da più di cinque anni. La mia presenza qui aspira ad intensificare il legame tra i cristiani di Roma e quelli di Terrasanta. Il 7 ottobre scorso è divampata una guerra che ha tragicamente colpito Israele, che semina a piene mani la morte nella Striscia di Gaza, che non risparmia la gente che vive in Palestina, e che sta cambiando la vita di ebrei, musulmani e cristiani in tutto il territorio. All’indomani del 7 ottobre, avendo intuito l’estrema gravità della situazione, ho scritto d’impulso la prima di queste lettere, per condividere con alcuni amici alcune riflessioni. Non pochi di loro l’hanno poi condivisa con altre persone, e vedendola circolare nel web ho pensato di scriverne una seconda, e poi una terza… Non so quante Lettere dalla guerra scriverò ancora. Spero poche. Non sono un chiacchierone, di solito parlo solo se interrogato, scrivere mi costa fatica. Ma soprattutto: vorrei dedicarmi presto a scrivere finalmente una Lettera di pace.

Oggi, purtroppo, non vedo pace all’orizzonte. Se però queste righe potranno aiutare qualcuno a capire meglio la complessità della situazione e a riflettere criticamente, se riusciranno a suscitare il desiderio di pregare per la pace in Terrasanta, e magari suscitassero il desiderio di fare qualcosa di concreto per favorirla… beh, allora la mia fatica da scribacchino sarà ampiamente ripagata. «Chiedete pace per Gerusalemme…», dice il salmista (Sal 122). E ancora: «si dirà di Sion: “L’uno e l’altro in essa sono nati, e lui, l’Altissimo, la mantiene salda”» (Sal 87). L’uno e l’altro. Perché Gerusalemme è nel cuore di Dio, e nel cuore di Dio c’è posto per tutti.

Queste Lettere non sono un racconto semplicemente cronachistico di ciò che sta accadendo, forse ne abbiamo piene le orecchie di queste narrazioni di violenza, ma è qualcosa di diverso, uno scritto che entra all’interno della drammaticità della storia. Pagine di dolore ma anche piene di speranza, pagine che ci permettono di avere una lettura biblica della situazione in attesa della tanta agognata pace.

Se questa breve descrizione vi ha portato a desiderare di leggere queste Lettere avete due modalità: se frequentate Roma potete andare direttamente nella Parrocchia di Don Romano, San Luca evangelista in Prenestino; se, invece, siete fuori zona potete semplicemente inviare una mail a segreteria@sanlucaroma.it.

In entrambi i casi potete ricevere gratuitamente questo libretto ma, se il vostro buon cuore desidera lasciare un offerta, le offerte andranno, tramite la Parrocchia e grazie alla collaborazione con il Patriarcato dei Latini di Gerusalemme e la Custodia francescana della Terra Santa, a chi sta vivendo questo Natale tra le macerie della guerra di Gaza. L’Iban per le donazioni è inserito qui sotto:

Parrocchia San Luca Evangelista

IT 74 Q030690 3224100000008182

Causale: per sostenere i nostri fratelli in Terra Santa

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