Dopo la pausa estiva, torniamo con la nostra rubrica “Santi nascosti a cura di Andrea Maniglia, oggi conosceremo l’angelo di Via Tor de’ Schiavi, Madre Colomba.

Joanna Matylda Gabriel nacque a Stanislawow (Polonia) il 3 maggio 1858 in una famiglia agiata e di nobile casato. Ebbe per questo una solida formazione culturale, prima nella stessa famiglia, poi nelle scuole della città natale e in quella di Leopoli. Divenuta maestra insegnò nelle scuole pubbliche, poi nelle scuole interne dell’Ordine benedettino.

A 16 anni, in questo antico Ordine, abbracciò la vita religiosa consacrando tutta se stessa a Dio. Il 20 agosto 1882
pronunciò la professione solenne, assumendo il nome di Colomba e divenendo in seguito anche badessa di quel monastero di Leopoli.
Da badessa e spinta da sincera carità diede accoglienza ad un giovane orfano – Paolo Podrucki – che cresciuto, poi, si era scagliato contro di lei ed il monastero con gravi accuse, fomentate, poi, dal chiacchiericcio generale. E lei, lei accettò tutto: incomprensioni, sospetti, tradimenti, calunnie, diffamazione. Fedele alla croce e alla sua vocazione fino alla morte.

Il trasferimento in Italia


Questa serie di disavventure e contrasti interni, la spinsero a lasciare la carica di badessa e il 24 gennaio 1900 anche il suo amato monastero. Da Leopoli approdò a Roma dapprima a Subiaco presso le suore della Santa Famiglia di Nazareth, poi nel 1902 si stabilì definitivamente a Roma, dedicandosi alla cura dei fanciulli della parrocchia di Testaccio e Prati presso Santa Maria del Rosario.

Qui, con l’aiuto di un comitato di signore romane presieduto dalla principessa Barberini, continuò nell’opera sociale verso i bisognosi, dando vita, il 1 maggio 1908, ad una “casa-famiglia” con lo scopo di proteggere le giovani operaie
povere.
Consigliata dai suoi superiori, raccolse intorno a sé giovani donne desiderose di collaborare all’opera in corso che riunì in una comunità di vita religiosa. Nacque così l’Istituto detto delle “Benedettine di Carità” con lo scopo di dedicarsi alle giovani abbandonate per estendersi, poi, alle giovani in genere e alle opere parrocchiali. Nei primi due anni di vita il numero delle giovani ospitate era di 245. Gli furono d’aiuto oltre alla principessa di Palestrina Maria Barberini e con lei il comitato delle Patronesse, papi come san Pio X e Benedetto XV oltre che alle regina Margherita ed Elena di Savoia.

Madre Colomba fu coadiuvata dalla con-fondatrice suor Placida Oldoini che le successe dopo la morte. Il 5 marzo 1919 il cardinal Vicario Basilio Pompilj erigeva le “Benedettine di Carità” in Istituto di Diritto Diocesano. Nel 1925 l’Istituto conobbe la sua massima crescita: da Roma a Sennori e Luras in Sardegna, poi Scai, frazione di Amatrice, e
Rieti, fino a Centocelle (Rm) dove in Via Tor de’ Schiavi al civico 116 si dedicarono all’assistenza dei più deboli, facendo, anche, catechismo nelle parrocchie. L’Istituto sgorgato dal cuore di Madre Colomba nel 1970 annoverava in Italia ben 118 case.

La Pasqua di Colomba

Madre Colomba, ormai malferma nella sua salute, muore intorno alle 19:45 del 24 settembre 1926 giorno della festa della Madonna della Mercede. Poco prima della sua Pasqua, mentre il sole tramontava su Roma, si scatenò un temporale e cadde grandine. Tutti lessero quell’evento come un segno: “Muore una santa! Questo è il preavviso”, si dicevano l’un l’altro. I funerali furono celebrati due giorni dopo a Torpignattara.

La causa di beatificazione per Madre Colomba Gabriel ha raggiunto il suo traguardo con la cerimonia di beatificazione celebrata da san Giovanni Paolo II il 16 maggio 1993 in seguito alla guarigione straordinaria del signor Albano Sguotto di Padova.

Madre Colomba fu davvero un’anima appassionata, capace di amare e farsi dono.
Aveva detto: “Se il peso della croce duole troppo, andiamo con la nostra croce alla croce di Gesù”. Madre Colomba ha accettato una vita imprevedibile, imparando a non appoggiarsi troppo sulle sicurezze umane. Ha avuto il coraggio di stare in piedi davanti a Lui, guardarlo negli occhi e lasciarsi guardare da Lui.

In silenzio.
Unita a Lui.
Lei, Madre Colomba Gabriel.
L’angelo di Via Tor de’ schiavi.

Andrea Maniglia

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