Commento al Vangelo della XXX domenica del TO
Bar-timeo
Il vangelo di questa domenica presenta il personaggio che benefica della guarigione di Cristo attraverso queste parole: ὁ υἱὸς Τιμαίου Βαρτιμαῖος (tr. o iòs Timéu Bartiméos), ‘il figlio di Timeo Bartimeo’. Se si scioglie ancora il nome proprio Bar-timeo e si traducono le sue componenti, la pericope risultante è, di nuovo, ‘figlio (bar) di Timeo’. Bartimeo è un uomo senza nome, il suo esserci coincide con il suo essere figlio di un padre di cui, neppure, viene detto nulla. Bartimeo è, ancora, τυφλὸς (tiflòs), ‘cieco’ e προσαιτής (prosaitìs), ‘mendicante’ ed ‘era seduto accanto alla via’.
Un avvenimento
Nella vita di quest’uomo, descritta come privata di identità, come una vita immersa nelle tenebre della cecità, una vita che mendica per sopravvivere, avviene un fatto. Ἰησοῦς ὁ Ναζαρηνός ἐστιν (Isùs o Nazarinòs estin), letteralmente ‘Gesù il Nazzareno è’. Nella vita di Bartimeo avviene Cristo. Bartimeo non può vederlo, e Gesù si manifesta al suo udire. Bartimeo, sul ciglio della via, sente che la Via è giunta a guarire la sua esistenza e riempie di parole e di grida lo spazio vuoto che lo separa dal Nazzareno. ‘Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me’. Il ‘figlio di Timeo’ chiama Gesù ‘figlio di David’, lo chiama con il proprio nome, con l’unico linguaggio che conosce. Eppure sa che Gesù è Gesù, unica vera sostanza della propria vita.
Ti chiama
Cosa fa Gesù? Gesù dice: Φωνήσατε αὐτόν (Fonìsate avtòn), letteralmente, ‘Inviate a lui la voce’. È come se stesse dicendo agli astanti: ‘Siate miei testimoni presso di lui’. E la folla va da Bartimeo e gli dice: ‘Abbi coraggio, alzati, ti chiama’. Gesù si manifesta a noi, come a Bartimeo, per mezzo di una folla, la folla di coloro che hanno scelto la via del suo amore. Impauriti dalla vita, ciechi di fronte al nostro destino, mendicanti e cercatori della vera gioia, attendiamo l’avvenimento di Cristo. Ma poi un volto, pieno di vita, ci chiama e ci fa volgere lo sguardo alla stessa sorgente di Luce da cui è stato chiamato.
Che io veda di nuovo
Cosa chiede Bartimeo? ἵνα ἀναβλέψω (ina anavlépso), ‘Che io veda di nuovo’. Non chiede soltanto di vedere, ma di vedere di nuovo. Perché Gesù non si conosce, ma si ri-conosce, perché sostanza della nostra sostanza, eternità della nostra conoscenza. La storia di Bartimeo suscita in me tante domande, nel mio sentirmi mendicante dell’amore di Cristo:
- Riesco a cogliere davvero la bellezza dell’incontro con il Signore?
- Cristo è davvero avvenuto nella mia vita?
- Riesco a riconoscerlo nella folla di chi mi chiama a guardarLo?
Che il Signore possa illuminarci e sorridere della sua bellezza alla nostra vita – che solo Lui cerca -.