Commento al vangelo della VI domenica di Pasqua

La pace evangelica

“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.” (Gv. 14, 27)

Con una frase Gesù viene a spiegarci il senso più profondo del suo messaggio. Viene a darci la Sua pace, che non è la pace a cui siamo abituati a pensare. È la pace con cui Lui ci invia ad annunciare il Vangelo. Come gli apostoli hanno bisogno di questa pace prima di ricevere lo Spirito Santo anche noi siamo in cerca di qualcosa o qualcuno che porti serenità ai nostri cuori feriti.
Gesù stesso ripete agli apostoli che avranno bisogno del Paraclìto per ricordare i Suoi insegnamenti, perchè conosce la natura profondamente umana dei suoi amici, e sa che, come capita spesso a noi, ci sentiamo perduti, distanti dal Signore, non lo sentiamo, non lo percepiamo, per cui tutto ci sembra inutile.

Una promessa

Ed è qui che arriva la promessa più importante, Cristo sarà sempre con noi, fino all’ultimo dei giorni, poichè lo Spirito Santo che il Padre ha mandato è parte di quella Santissima Trinità che ci tiene a stretto contatto con Lui.
Ogni giorno proviamo questi sentimenti, siamo portati a vivere una fede fatta di sentimentalismo ed emozioni, e quando questi vengono a mancare ci sentiamo soli. Così è con Dio, ma anche nelle relazioni con fidanzate, fidanzati, o amici. Cosa succede quando l’emozione nella fede finisce? Cerchiamo sempre di fuggire, di risolvere in fretta, non rendendoci conto che Gesù ci ha chiamati per essergli accanto sempre, nel momento di gioia e anche nell’aridità spirituale, come quella degli apostoli nell’orto degli ulivi.
Spesso pensiamo a quanta difficoltà incontriamo nell’approfondire una relazione costante con Gesù, ma non ricordiamo quanta fatica facevano persino i suoi discepoli, che avevano la grazia di averlo in carne ed ossa.

Senza merito

Non disperiamo, è la nostra natura umana e perfettamente fallibile che ci tiene distanti dalla perfezione che solo Uno ha.
Ed è proprio per questo che il nostro Dio è venuto a donarci la pace per anticipare la discesa dello Spirito Santo. Esso è un dono talmente imponente che ha bisogno del cuore aperto degli apostoli, e del nostro oggi. Viviamo in un periodo in cui la parola pace sembra essere distante anni luce, l’uomo fa la guerra, i nostri cuori fanno la guerra, perché scegliere il cammino della pace è difficile, il sentiero è tortuoso, e le nostre maschere non vogliono cadere. Solo davanti a questo ragazzo trentenne che ha dato tutto per noi possiamo abbassare le difese e lasciarci donare la pace vera.
La notizia più lieta è che non abbiamo fatto nulla per meritare questa pace, ma Gesù ce la assicura ugualmente, è morto per tutti noi in croce indistintamente. Dal primo all’ultimo uomo sulla terra.

E a tutti vuole sanare le ferite del cuore, riportare serenità nelle giornate di ognuno.
Ogni volta viene a ricordarci il solito monito, il solito ritornello, che purtroppo siamo soliti a dimenticare: non devi avere timore, sei amato! E non ti manca nulla per essere felice.

Mattia

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