Papa Francesco ha dedicato l’ottavo capitolo dell’esortazione apostolica Christus vivit al tema della vocazione. Ma…Che cos’è la vocazione? Cosa significa questa parola? Il Papa ce lo rivela nelle prime righe: la vocazione è “la chiamata di Dio”. Dio ci ama e proprio per questo ci chiama all’amore e al servizio. Se volessimo riassumere e schematizzare questo capitolo, potremmo dire che la vocazione ha due caratteristiche strettamente legate: l’universalità e la personalità. La vocazione è universale, è per tutti, nessuno resta senza chiamata, nessuno è escluso dallo sguardo di Dio, che è ampio, raccoglie tutti i suoi figli. Per scoprire quale fosse la sua vocazione S. Francesco pregava Gesù con queste domande: “Chi sei tu?” e soprattutto: “Chi sono io?”. Anche il Papa ci invita a rivolgere a noi stessi e a Dio queste domande, magari facendo una piccola aggiunta: “Per chi sono io?”. Questo minuscolo “per chi?” non è per nulla superfluo, anzi: ci fa comprendere che la nostra vita ha senso solo se c’è un “chi”, se è donata a qualcuno, se diventa un’offerta. Nessuno ha ricevuto la vita per tenersela egoisticamente per se stesso e se lo fa di certo non troverà gioia. La vocazione viene chiamata anche missione perché è proprio un uscire da se stessi per andare incontro agli altri. Siamo stati creati per donarci agli altri sull’esempio di Gesù e in questo sta tutta la nostra pienezza di vita e di gioia. Questo misero “per chi?” ci fa quindi comprendere che la realizzazione della nostra vocazione non realizzerà solo noi stessi, non sarà un’ autorealizzazione e basta, ma sarà anche la realizzazione della vita dei fratelli e sorelle che abbiamo attorno. Siamo legati gli uni agli altri in quanto tutti figli di Dio e la nostra risposta alla Sua chiamata non condizionerà solo le nostre vite ma anche quelle degli altri perché il posto che Dio ha pensato per te, solo tu lo puoi occupare e se tu non lo farai, quel posto resterà vuoto.

E a questa nostra unicità si ricollega la personalità dell’amore di Dio che ci guarda uno per uno, in modo intimo, personale. Dio guarda proprio te, chiama proprio te. Lui solo conosce i nostri desideri più profondi, che spesso anche noi ignoriamo o conosciamo parzialmente, e sa perfettamente come renderci felici. Per questo attraverso la chiamata vuole donarci il meglio. Ma non è detto che ciò che è meglio per me sia il meglio anche per te: ognuno ha la sua personale vocazione.

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