Commento al vangelo della III domenica di Quaresima

Se non vi convertite

Il vangelo di questa terza domenica di quaresima ha al suo interno una frase che si ripete due volte (giusto per non scordarcela facilmente): “Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”. Gesù non fa giri di parole, non cerca di addolcire la pillola o di rendere la realtà meno dura, no, Lui è diretto, concreto, certe volte magari un po (troppo) duro, almeno secondo le nostre idee. Ma essere duri non significa cattivi; come genitori spesso ci capita di essere più rigidi o severi con i nostri figli ma lo facciamo perché li amiamo, non per divertimento. Si vorrebbe risparmiare loro del dolore evitabile soprattutto se ci siamo già passati o se sappiamo già a
quali conseguenze potrebbero andare incontro.

Tutto nelle nostre mani

Ecco, Gesù fa lo stesso, ci mette in guardia senza indugiare perché sa benissimo come stanno le cose e cosa rischiamo di fare. Vede oltre l’apparenza ma direttamente il nostro cuore e sa benissimo quali possono essere i nostri pensieri. Se non ci convertiremo, periremo tutti allo stesso modo.. e, vedendo cosa accade attorno a noi, soprattutto negli ultimi due anni, bisogna sempre essere vigili senza rimandare al domani la conversione. Dobbiamo sempre tenere a portata di mano l’olio per le lampade (è un altro vangelo ma va beh). Non sappiamo quanto tempo abbiamo, ma spesso pensiamo di avere tutto il tempo del mondo come se la vita fosse tutta nelle nostre mani.

Due esempi

Gesù fa due esempi concreti, di due avvenimenti accaduti ad alcuni Galilei senza però soffermarsi su ciò che hanno fatto; invece pone una domanda specifica ai suoi interlocutori: ”Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito la loro sorte?”. Ci vuole una specifica, a quel tempo era cosa comune credere che una disgrazia fosse la conseguenza di un peccato commesso, era l’unica spiegazione plausibile. Invece Gesù li mette a tacere smentendo questo loro pensiero. Eh no! Non è proprio cosi, anche se voi pensate di essere giusti, se non vi convertirete veramente, (una di quelle conversioni che partono dal cuore), allora perirete esattamente come tutti gli altri ovvero senza aver compreso che il male si può vincere, senza pensare a cosa avremmo potuto fare per vivere meglio fino a quel momento, senza pensare alla meraviglia della vita eterna, a quella promessa che può vincere anche la morte.

Conversione di sguardi

Abbiamo anche noi ogni tanto quella mentalità, “cosa avrà fatto per meritare una simile tragedia..” oppure “cosa ho fatto di male per meritare questo”. Sempre nell’ottica della punizione che è dovuta a chi non si comporta bene. Oppure l’idea che certe cose possano accadere solo agli altri solo perché noi “siamo sulla retta via”. No, Gesù ci dice chiaramente che nessuno è immune al male, al dolore, alla tragedia, la differenza sta nel come la viviamo, nel come la accogliamo e come ne usciamo. Se non siamo realmente investiti dalla conversione allora “periremo tutti allo stesso modo”, ma se ci convertiamo, tutto verrà vissuto in un’ottica diversa, nell’ottica del cielo, e dal male ne uscirà solo bene.

Convertiti dentro

Che poi, la conversione non è roba per chi non è cristiano e basta, ma per tutti, perché l’essere cristiani non è un pass per la felicità, non ci preserva dalle sventure o dai problemi, ma ci permette di viverli in modo diverso.
Siamo veramente convertiti?
Sappiamo metterci continuamente in discussione?
Sappiamo fare un esame di coscienza o assumerci le nostre responsabilità?
Essere convertiti significa essere consapevoli delle nostre fragilità, dei nostri limiti, della precarietà della vita, ma nonostante ciò, felici di vivere in Lui vincendo il male nella sua reale radice ovvero il peccato.


Buon cammino.


Cristina

Stile di vita di una folle donna cattolica

Per rileggere il commento della scorsa settimana, clicca qui.

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