Ho ritrovato degli appunti di alcuni ritiri fatti diversi anni fa presso una comunità di suore; credo possano essere utili per quanti non hanno potuto parteciparvi. Vorrei proporvi degli spunti, con alcune mie riflessioni. Oggi vedremo cos’è la preghiera da parte di Dio e da parte dell’uomo… Sì, perché la preghiera non è un esercizio autoreferenziale, ma una relazione!

Non partiamo da zero nella preghiera

Non partiamo da zero, né come esperienza di preghiera, né come conoscenza del valore della preghiera e su come si prega…

Non partiamo da zero perché l’uomo è persona, e persona significa relazione. L’uomo è stato creato da Dio, per Dio, in relazione con Lui: nella Genesi si dice che l’uomo è l’unica creatura che Dio ha voluto a sua immagine e somiglianza, e ciò vuol dire che siamo simili alla Trinità che è eterna Relazione di amore. Inoltre Dio aveva piacere di “passeggiare con l’uomo” nel giardino del paradiso terrestre (chissà quante cose si saranno detti!). Siamo pensati da Dio dall’eternità, siamo concepiti da una relazione tra uomo e donna, cresciamo con un cordone ombelicale che per nove mesi ci nutre e ci pone in relazione con una mamma… e negli anni a venire siamo immersi in relazione con tante persone che ci fanno crescere e scoprire il mondo.

Perciò non partiamo da zero, ma siamo già immersi in una rete di relazioni naturali e soprannaturali, anche se non ce ne rendiamo conto. Grazie a queste relazioni abbiamo qualche idea su cosa sia la preghiera, a volte anche dei pregiudizi: se la pensiamo come un ripetere meccanico di parole, o come assolvere un dovere, o come un parlare cuore a cuore con chi ci ha creati, se bisogna essere spontanei e lasciare tutto al caso oppure affidarci ad una Madre Chiesa che ci propone e insegna una via.

Cos’è la preghiera? Dalla parte di Dio…

Dalla parte di Dio, è il suo desiderio di stare con noi. Anche quando siamo stanchi, sfiduciati, annoiati, ma ci rendiamo disponibili a “stare” con lui, in realtà è Lui che ci sta chiamando a stare insieme! Quanto cambierebbero le nostre preghiere svogliate se ci sentissimo desiderati? E lo siamo veramente! Dio desidera che noi gli parliamo, che gli apriamo il nostro cuore, che gli manifestiamo i nostri pensieri e le nostre vie; non perché lui abbia bisogno che noi glielo diciamo per saperlo (Lui sa già tutto), ma perché siamo noi a non sapere cosa ci portiamo dentro!

La preghiera è opera di Dio: È lo Spirito di Gesù che prega in noi e grida: Abbà, Padre. Viene in aiuto alla nostra debolezza perché noi non sappiamo nemmeno che cosa sia conveniente domandare (Rm 8,15-16)”. Siamo immersi in questa relazione, innestati in Lui con il battesimo. Per questo è lo stesso Spirito di Dio che ci fa dire a Dio: Padre.

La preghiera è rivelazione di Dio: “Quando pregate dite: Padre”. Gesù rivela il volto del Padre e il nostro volto di figlio. Gesù ci rivela che non può non esserci relazione tra noi e Dio e che questa relazione è di tipo filiale. Dio non è una persona senza relazione con noi, ma siamo suoi figli, desiderati e amati. Mi sento figlia di Dio? Credo di esserlo veramente?

Da parte dell’uomo

Da parte dell’uomo, la preghiera è accogliere l’invito a entrare in questa relazione, a viverla, coltivarla, custodirla, renderla sempre più vera. Più entriamo in relazione con Dio, più conosciamo il nostro vero volto. È l’arte di comprendere noi stessi: chi siamo e chi siamo chiamati ad essere, da dove veniamo e dove andiamo. Nell’amore e nella misericordia di Dio, possiamo vederci e vedere con i suoi occhi, sentire con il suo cuore. Nella preghiera, conosciamo il Suo amore, e il Suo amore è la ragione di ogni cosa: la nostra vita, il passato, il presente, il futuro, le nostre ferite e la nostra vocazione.

Come imparare a pregare?

Primo, scoprendo dentro di noi i movimenti, l’azione dello Spirito che ci conduce, consapevoli dell’opera di Dio in noi. Senza questa consapevolezza rimane solo la nostra buona volontà, che arriva solo fino a un certo punto e non oltre.

Quante volte ci siamo affannati per portare avanti i nostri progetti, anche le nostre buone intenzioni in campo spirituale e ci siamo ritrovati stanchi e incapaci di andare avanti? La preghiera e il discernimento su cosa siamo chiamati ad essere si può fare riconoscendo che è Dio che opera in noi: “senza di me non potete fare nulla”.

Secondo, favorendo quelle condizioni che mettono la persona in stato di autenticità, nella verità, dando spazio e voce allo Spirito che prega, che ci fa pregare nella verità, cioè nella rielezione che il Padre fa di sé stesso in Gesù.

“Questi è il mio figlio amato”: quando il Padre e il Figlio si trovano in sintonia, un solo pensiero e una sola volontà, ecco la dichiarazione! Quali verità devo fare in me stessa? In cosa mi sto allontanando dai suoi comandamenti, dai suoi sentimenti? Mi accorgo e do voce allo Spirito che prega in me, o penso di fare tutto da sola? Mi affido al Padre e so fare miei i sentimenti di Gesù, quando dice: “non sia fatta la mia, ma la tua volontà”?

Buona preghiera
Vostra sorella “Si naturale”

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