Maria Maddalena (Maria Magdalena nella dicitura latina), è sicuramente una delle “figure” più belle e rappresentative del periodo pasquale, Apostola degli Apostoli ci viene raccontata in questa Lectio, suddivisa in due parti, dalle sorelle del Monastero Benedettino di San Marco in Offida (AP).

Ogni sotto paragrafo indica il versetto di riferimento de Vangelo secondo Giovanni.

20,12

Lui ha potuto vedere (βλέπω) solo teli di una tomba abbandonata. Tu invece, con gli occhi purificati dal pianto, vi scorgi (ϑεoρέω) due angeli luminosi seduti dove i morti, avvinti dalle tenebre, sogliono giacere. Non ti sconcerta la loro presenza, ma t’interroghi sulla loro posizione: uno proteso verso la testa (πρὸσ τἧ κεϕαλἧ) l’altro verso i piedi (πρὸσ τoῖσ ποςίν) di una salma che non c’è più! Ciononostante rimangono in atteggiamento di riverenza, come se seguitassero a contare su una qualche sua presenza. Vengono così a trovarsi uno di fronte all’altro, come in antico “i due cherubini d’oro (…) sulle due estremità del propiziatorio (ἱλαςτήριoν) … rivolti l’uno verso l’altro con le facce rivolte verso il propiziatorio”, luogo di espiazione che veniva asperso con il sangue del capro espiatorio, immolato per i peccati del popolo. Ed ecco che intuisci: “È Lui, Gesù, che Dio ha stabilito come propiziatorio (ἱλαςτήριoν) per mezzo della fede, nel suo sangue, (…) per la remissione dei peccati pas-sati”. E quanti ne avevi commessi prima che Gesù entrasse nella tua vita!

20,13

Gli angeli non ti vietano l’accesso, né ti sollecitano a inoltrarti, ma all’unisono ti rimandano a te stessa, ravvivando così il tuo assillo: Perché piangi (κλαίω)?. Che domanda è mai questa? Che altro se non un morto si può piangere nei pressi di una tomba? Non è, però, su questo piano che tu rispondi: “Hanno tolto (ἀίρω) il mio Signore e non so, dove l’hanno posto”. Le tue lacrime non reclamano tanto la dipartita di Gesù dalla terra dei viventi, uscendo da casa ben sapevi di trovare un morto, piuttosto la sua scomparsa dal regno dei morti. Perché mai alla tua ricerca tenace l’essersi sottratto del tuo Signore? Vivo o morto che sia, tu hai bisogno della sua presenza. Non puoi farne a meno. Ma la tomba abbandonata annienta l’ultima tua speranza, ti condanna a una solitudine ineluttabile. Il vuoto di quel sepolcro fa eco al vuoto della tua anima.

Foto di Goran Horvat da Pixabay 

20,18

Sei proprio instancabile! Nel giro di poche ore ti metti in cammino (ἔρχεται) per la terza volta. Dapprima ti eri avviata di testa tua, in cerca del tuo Signore, tumulato da ben tre giorni. In seguito per informare le “colonne” della tomba violata. Ora, invece, parti come inviata e portavoce di Colui che si è fatto ritrovare. Alle “colonne” andavi semplicemente dicendo (λέɣω)13 le tue ipotesi: “Hanno portato via il Signore …”. Ora il tuo parlare è diventato annuncio (ἀɣɣέλλω) a tutti i fratelli, dichiarazione strabiliante ma indiscussa: “Ho visto (ὁράω) il Signore!”. Sì, a furia di perseverare in quel luogo, il tuo sguardo si è interiorizzato: All’alba non vedevi (βλέπω)che materia inanimata: una pietra rimossa da una tomba. In seguito a te solo fu dato di scorgere (ϑεoρέω)15 esseri viventi di sembianza celeste (angeli) e umana (giardiniere). In ultimo, chiamata per nome, vedi, riconosci, contempli (ὁράω)il tuo Signore, il Risorto, il solo Vivente.

Sorelle benedettine di San Marco in Offida

Foto di Ivan Bertolazzi da Pexels

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