Commento al vangelo della VI domenica di Pasqua
Rimanere
Rimanere trova il suo corrispondente latino in remanere, composto del verbo maneo, che deriva a sua volta dal verbo greco meinein, traducibile in “fermarsi, sostare”.
L’immagine che subito mi viene al pensiero del rimanere, è proprio Gesù nel Getsemani. Gesù sta obbedendo alla vita, a ciò che Gli era stato chiesto. Farsi tutto per tutti, senza remore, senza limiti, senza tirarsi indietro. Ha sofferto? Decisamente sì, ma non è la sofferenza a tenerlo lontano, a far sì che lui si trattenesse, perché sapeva che quella a cui stavo andando incontro era una gioia più grande, non solo la sua, ma la gioia di molti.
Ed è questo che ci viene chiesto ogni volta che ci troviamo ad obbedire alla vita, alle circostanze, alle relazioni, a ciò che ci accade, perché non siamo noi i padroni della vita, ma siamo semplicemente ospiti. Obbedire alla vita, significa STARCI. Senza tante pretese, senza tante lamentele. Saper accogliere la vita così com’è, senza angosciarsi nel volere qualcosa in più che forse ora non possiamo avere, è giusto desiderare di più, ma quel di più è già Dio e dobbiamo sempre ricordarcelo.
Rimanere nel suo Amore
Rimanete nel mio amore, perché la mia gioia sia in voi. E la vostra gioia sia piena.
Che belle parole ci offre il Vangelo, parole di speranza e di desiderio, perché il desiderio più grande di Gesù è che nessuno di noi vada perduto.
E come non perdersi in questa confusione quotidiana?
Rimanendo in lui. Rimanendo con Lui.
Nella preghiera, nei sacramenti, negli incontri in parrocchia. Si proprio quelli che pensi non abbiano valore, e magari sono anche un po’ pesanti. È proprio lì, proprio nella spina nel fianco di cui parla San Paolo, proprio lì che la vita fiorisce, che tu puoi volare.
Stare davvero
Ma come possiamo davvero starci?
Da soli non possiamo nulla, e non possiamo mai dimenticarcelo. Ed è qui che dobbiamo chiedere il dono della fortezza, per sostare e stare anche nelle fatiche quotidiane della vita, quelle che ci fanno dire: DOVE SEI DIO? Quando invece Lui sta semplicemente aspettando che con umiltà andiamo verso di lui, riconoscendoci infinitamente bisognosi del suo amore di Padre.
Perché il Signore ci vuole con lui.
Miti ed obbedienti
Per essere davvero felici.
Carolina