Devono essere state più dolorose dei chiodi nella carne, questa unica tentazione “Salva te stesso” ma formulata in tre tentazioni diverse. Tu lì appeso, con la carne straziata, con un popolo che ti guardava, con delle persone che ti deridevano, che ti proponevano alternative. 

Mi tremano i polsi ad ascoltare quell’unica prospettiva ripetuta per ben tre volte, con accenti diversi: «Salva te stesso». Scendi da questa croce che da maledizione, grazie a Te diventerà benedizione, mettiti in salvo, non vedi? Ti hanno lasciato solo. Straziante, lancinante, un dolore che perfora la carne, intimamente. 

Mi tremano i polsi al pensare che Tu saresti potuto scendere, avresti potuto forse posticipare – se non portare a consumazione – la tua missione: la nostra salvezza. Avresti potuto per un attimo tradire il Tuo nome, infatti il nome Tuo, Gesù, sta a dirci che “Dio salva”.

Non ci voglio nemmeno pensare a quanto infelicità sarebbe scaturita da questa scelta, se Dio fosse sceso dalla Croce, io ora sarei rimasto solo con i miei peccati, con le mie morti. Solo, senza un Dio che mi ama, morendo per me, senza un Re che sconfigge la morte e fa esplodere nel mondo la Vita. 

Oggi, a piedi di quella Croce, benedetta da Te, ho solo da dirti un “grazie” grande, profondo e vorrei rimanere lì a contemplarti, a guardarti perché la Sapienza della Croce è fonte di Vita, di Vita eterna. 

Il brano biblico da cui questa meditazione è scaturita: Matteo cap. 27

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