Commento al Vangelo della XI domenica del Tempo Ordinario
Le parabole evangeliche
Ci vengono presentate due brevi parabole in questo vangelo (il chicco di grano ed il seme di senape): storie di grezza terra che diventano storie di Dio. Nella prima parabola ci viene presentato il processo di crescita del seme, che per analogia diventa il processo di crescita di una vita. Molte volte parliamo di vita nuova, della fede che ci rinnova, dimenticandoci che tutto ciò che è vitale porta in sé una dimensione di vita. Il seme viene gettato e poi spontaneamente cresce: prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga.
Custodi del suo Regno
Così è la vita in Cristo, una vita che viene gettata. Mi piace sapere che Gesù abbia scelto proprio queste parole per descrivere il Regno di Dio, come seme gettato. Perché in fondo noi tutti siamo così, semi gettati nel mondo, chiamati a gettare anche noi ovunque ci troviamo il seme della parola, della vita nuova. È liberatorio immaginare che il Regno di Dio sia la cosa più vicina a noi che possiamo avere. Perché siamo noi i custodi del Suo Regno. Trovo bellissima l’immagine che Gesù sceglie in questa parabola: non ricerca grandi immagini per descrivere il regno, ma sceglie i semi della terra. L’orto di casa.
Spontaneamente
Guardare il Regno di Dio non più dal cielo, ma dalla terra. Guardarlo dal basso, per ricordarci che il Signore non sceglie i grandi, ma scegli i piccoli per farli diventare grandi. Il Vangelo ci dice che il chicco cresce spontaneamente, e credo che sia proprio così la nostra vita.
Le cose nella vita non vanno controllate, ma vanno attese e desiderate.
E credo che l’immagine che più la rappresenti sia proprio questa, l’attesa della spontanea crescita del seme gettato.
Il granellino di senape ha uno sguardo rivolto al suo futuro, sa che è chiamato a diventare un grande albero che offrirà uno spazio per i nidi degli uccelli.
Per Gesù, con Gesù
Una vita chiamata a spendersi per gli altri, ad offrirsi. Proprio come la nostra.
Gesù sogna mietiture piene di speranza e spontaneità, una vita che si fa pane spezzato.
Sogna la gioia piena, e la sogna proprio con noi.
Carolina