Tagliare vuole essere una meditazione a partire dal Vangelo secondo Matteo, al capitolo quinto a partire dal versetto 28.

Le letture del giorno fanno tornare a galla un’esclamazione che spesso si ode dalle mie parti: “Mica sono di ferro!”. Emerge nelle difficoltà, spesso quando la pazienza è giunta al limite, quando le relazioni si complicano e la sofferenza tocca un punto culmine. Se fossimo di ferro, forse Gesù non ci avrebbe rivolto simili parole e nemmeno Paolo sarebbe riuscito in una descrizione così plastica e fedele alla realtà: noi siamo di creta, in alcuni momenti ci crediamo forti, resistenti ma la verità è che siamo fragili, in alcuni punti decisamente friabili. La vita non esita a metterci alla prova a colpirci, lì dove siamo più vulnerabili. Non solo noi siamo così, lo sono di conseguenza anche le nostre relazioni, mai chiare del tutto, raramente nette, raramente limpide, sempre con dentro un chiaroscuro esistenziale che ci confonde e spaventa.

Ecco il motivo per cui Gesù appare netto nel suo insegnamento:  “Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te” (Mt 5,28), il Maestro non se ne esce così senza un motivo ben preciso, non parla in generale, Dio è sempre concreto, il massimo della concretezza. Si sta parlando di relazioni, nel caso specifico tra uomo e donna, Gesù evidenzia che il fatto che occorre molta vigilanza ed, in alcuni casi, una nettezza radicale pena il perdere tutto. Lo sa bene chi si è trovato coinvolto in relazioni non proprio chiare: all’inizio non era nulla di serio ma poi…, all’inizio era nato per gioco ma poi… Poi tutto è diventato complicato, confuso e intrigato. Vorremmo tutti prendere una decisione e portarla a termine senza scossoni, ma non siamo fatti così, le nostre decisioni, le nostre volontà sono più volubili di ciò che vorremmo. Ecco tornare la parola principe di ogni relazione sana e duratura: vigilanza. Quando le cose iniziano ad essere confuse, vanno subito chiarite, quando si insinua la stanchezza, occorre ammetterlo, quando si presenta un problema, una difficoltà di qualsiasi tipo occorre parlarne, mettersi in dialogo, in ascolto e sopratutto in gioco e camminare insieme senza paura e con decisione.

Con questo sfondo relazione, che può essere trasposto in ogni relazione, il monito radicale di Gesù assume la sua dimensione più vera ed anche più bella. Gesù non ama giocare con le nostre vite, sa che l’esistenza di ognuno è una cosa seria e per vivere occorre essere seri, che non vuol dire seriosi ma significa vivere la vita con maturità se vogliamo viverla in pienezza, veramente (cioè in verità) e liberamente, anche se a volte tocca tagliare, ma tagliare per vivere.  

Altre meditazioni alla parola di Dio sono nella nostra rubrica Lievito nella Pasta.

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