Commento al vangelo della II domenica di Quaresima
Nel mistero
Il vangelo di questa domenica ci presenta, in tutta la sua ineffabilità, l’episodio della Trasfigurazione. La frase evangelica attraverso cui si manifesta il mistero è: καὶ μετεμορφώθη ἔμπροσθεν αὐτῶν (kaì metemorfòthe èmprosthen autòn); così traducibile: “fu trasfigurato davanti a loro”. Il verbo μεταμορφόω (metamorfòo), se lo si scompone nelle due parti che lo formano, traduce letteralmente un cambiamento (metà) di aspetto (morfé): la metamorfosi del Figlio nel Padre per mezzo dello Spirito, dunque, la gloriosa manifestazione della Trinità eterna nel piccolo frammento spazio temporale di un istante terreno.
Le vesti bianche

Ciò che maggiormente caratterizza il mistero a cui Pietro, Giacomo e Giovanni – e noi assieme a loro – assistono è il candore delle vesti. Il testo ne esplicita la purezza con la frase relativa οἷα γναφεὺς ἐπὶ τῆς γῆς οὐ δύναται οὕτως λευκᾶναι (oìa gnaféus epì tès gès ou dùnatai oùtos leukànai); letteralmente traducibile: “(vesti) quali un lavandaio sulla terra non può rendere così bianche”. La bellezza del Cristo trasfigurato è un dono, nessuno sforzo umano sarà mai capace di raggiungere tanta purezza. Se non comprendiamo che da soli non possiamo nulla, non saremo mai partecipi della gratuità con cui il Signore si dona alla nostra povertà.
La rivelazione del Figlio
Altri due elementi definiscono il mistero della Trasfigurazione: la nube e l’ombra. Se si guarda all’Antico Testamento, la nube, assieme all’ombra che essa genera, rappresenta la manifestazione di Dio al suo popolo. Se da una parte contempliamo la luminosità della metamorfosi di Gesù, dall’altra, l’immagine della nube e della sua ombra sembra contrastare con l’accecante candore della visione. Riusciamo, però, a comprendere questa dicotomia per mezzo del concetto di ri-velazione: la manifestazione della gloria di Dio è velatamente simboleggiata dalla nube che copre una luce non sopportabile all’occhio umano. Ma Dio toglie il velo al mistero, rivelando nella luce del Figlio l’amore per l’umanità lontana.
Come Pietro

È proprio in una “densa nube” che Dio si manifesta al popolo degli israeliti nel deserto (Es. 19, 9): “Il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per venire verso di te in una densa nube, perché il popolo senta quando io parlerò con te e credano per sempre anche a te»”. In una “densa nube” stabilisce l’alleanza con il suo popolo e con essa stabilisce la legge. Ora, ritornando di nuovo nella nostra storia per mezzo del mistero della Trasfigurazione, Dio indica la nuova legge, il Padre si manifesta nel Figlio e sussurra al nostro cuore di guardare alla sua bellezza per rendere pura e bella la nostra anima. Noi, come Pietro, non siamo capaci di comprendere il mistero divino, ma, proprio come Pietro, dobbiamo avere la forza di chiedere al Signore di restare con noi, perché Lui è la sola luce al nostro buio, l’unica Vita che si dona alla nostra morte.