Leggendo il Vangelo di questa domenica, sapete cosa mi ha ispirato? Proprio un bel niente! Anzi, ho pensato che questo Vangelo è brutto e difficile! E così, presa dallo scoraggiamento più totale, ho pensato di partire dal ritornello del canto che si intitola “Tu sarai profeta”:

“Tu sarai profeta di salvezza
fino ai confini della terra
porterai la mia parola
risplenderai della mia luce”

Voi vi chiederete: cosa c’entra? C’entra perché mi colpiva la frase “porterai la mia parola” ed è proprio questa la descrizione del profeta: colui che porta la Sua Parola.

La sua Parola è scomoda

Ma, ahimè, la Sua Parola non coincide con quello che pensiamo noi. Il profeta non viene a dirci ciò che vogliamo sentirci dire, ci dice la verità, ciò che è scomodo ai nostri occhi e ai nostri orecchi. Per questo le persone presenti nella sinagoga si adirano e cacciano Gesù (e vogliono addirittura farlo precipitare dal monte!).

A voi è mai successo? Vi è mai capitato di desiderare qualcosa e poi capire che invece la volontà di Dio era un’altra? A me si, e anche io mi sono arrabbiata con Lui, ho cercato di cacciarlo e di far riportare le cose come piacevano a me. E qui Gesù si lascia condurre da noi, così come dalla folla che lo conduce sul monte per buttarlo giù. Egli permette questo per farci capire come siamo fatti, fino a che punto arriva la nostra iniquità, ci permette di arrivare sul ciglio per farci capire che non siamo migliori di altri…per questo non se ne va subito, ma aspetta, ci fa la grazia di rientrare in noi stessi per portarci alla guarigione.

Foto da Pexels.

Perciò se siamo sul ciglio, guardiamo accanto a noi, Gesù è lì che ci sta aspettando, ci tende la sua mano per risollevarci e guarirci.

Così al termine di questa breve riflessione, vorrei insieme a voi elevare a Gesù Cristo, una supplica orante:

Fà che io ascolti attentamente la Tua volontà,

oh figlio di Giuseppe

fa’ che io accolga la Tua Parola profetica sulla mia vita

e che non abbia la tentazione di cacciarti.

Passa nella mia strada

E non allontanarti da me.

Ilaria

La meditazione al Vangelo di domenica: La retorica dell’oggi

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