Per esortare efficacemente a vivere in unità all’interno della comunità cristiana, insieme all’immagine del corpo, l’apostolo Paolo utilizza spesso anche una terminologia tratta dal mondo dell’edilizia; di essa fanno parte i verbi “edificare” e “costruire”.

Davanti a diverse situazioni di conflitto sorte all’interno della Chiesa di Corinto, egli non ha dubbi: “La conoscenza riempie di orgoglio, mentre l’amore edifica” (8,1).

Sono particolarmente efficaci i consigli che egli offre per invitare i cristiani a crescere in questa reciproca edificazione; essi costituiscono una cartina di tornasole per giudicare se anche il mio modo di pensare, agire e parlare costruisce la comunità oppure contribuisce alla sua frammentazione.

Prendendo la parola davanti ad una concreta casistica, Paolo enuncia il criterio generale che deve muovere ciò che fa il cristiano: “Nessuno cerchi il proprio interesse, ma quello degli altri” (10,24).

Rifiutando la logica dettata dall’egoismo, il credente si impegna a edificare la Chiesa in quella carità che “non cerca il proprio interesse” (13,5), strada possibile se ciascuno agisce sempre cercando il bene comune e la crescita di tutti.

Paolo stesso, ancora una volta, si propone come esempio, egli che si è dato da fare per cercare l’interesse di molti (non il proprio), perché giungano alla salvezza (10,33). Solo se contribuisce a edificare la mia comunità, ciò che dico o faccio sarà sicuramente dettato dall’amore e non dal proprio “io”.

Qui potete leggere la puntata precedente.

Don Fabio Villani

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