C’è una tentazione celata nell’ascolto e nella contemplazione dei brani di Isaia, il suo stile poetico ha il dono di evocare una tale bellezza, un tale incanto che supera di gran lunga il tramonto più bello, l’alba più suggestiva ed ecco la tentazione: l’essere dei semplici spettatori, mettersi in atteggiamento di passività.

E’ vero che occorre attendere ma ci sono attese ed attese. Attese per le quali noi non possiamo contribuire in alcun modo, altre invece che richiedono attenzione, vigilanza, preparazione, di conseguenza un certo grado di attività.

Le attese, lo sa bene chi è esperto in esse, possono essere dure, sfibranti, mettono a dura prova ogni fibra del nostro essere. Basti pensare, per essere concreti, a chi attende la guarigione di una lunga malattia, o chi attende un nuovo lavoro o mille altre esempi del genere: è a queste persone che che Isaia si rivolge con forza affinché essi nell’attendere non vengano meno: Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: “Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi”. 

Quindi altro che passività!

In piedi attendiamo Colui che viene e che colma ogni nostra attesa!

Dal libro del profeta Isaìa, capitolo 35,1-10

“Si rallegrino il deserto e la terra arida,
esulti e fiorisca la steppa.
Come fiore di narciso fiorisca;
sì, canti con gioia e con giubilo.
Le è data la gloria del Libano,
lo splendore del Carmelo e di Saron.
Essi vedranno la gloria del Signore,
la magnificenza del nostro Dio.
 
Irrobustite le mani fiacche,
rendete salde le ginocchia vacillanti.
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
 
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto,
perché scaturiranno acque nel deserto,
scorreranno torrenti nella steppa.
La terra bruciata diventerà una palude,
il suolo riarso sorgenti d’acqua.
I luoghi dove si sdraiavano gli sciacalli
diventeranno canneti e giuncaie.
 
Ci sarà un sentiero e una strada
e la chiameranno via santa;
nessun impuro la percorrerà.
Sarà una via che il suo popolo potrà percorrere
e gli ignoranti non si smarriranno.
Non ci sarà più il leone,
nessuna bestia feroce la percorrerà o vi sosterà.
Vi cammineranno i redenti.
Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore
e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno
e fuggiranno tristezza e pianto”.

Se ami queste breve meditazioni in preparazioni all’Avvento, puoi trovarle nella nostra rubrica: Lievito nella pasta.

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