E’ bastato un canto limpido per le note, ovattato per le mascherine a spazzare con tenace leggiadria tutta la tristezza di un’assenza, di una lontananza.

E’ bastato un’alleluia – quasi gridato – a squarciare le nuvole addensate in questi mesi di protocolli, discussioni, polemiche, proteste per far capire c’è un unico Sole che sorge e che il resto lascia – letteralmente – il tempo che trova.

E’ bastato un Vangelo che parla di vita, che parla di ansia, che parli di cuori appesantiti ma anche di gigli, di passeri e di Provvidenza per ricordarci che nonostante i nostri schemi, è Dio che fa la storia e sa quando metterci una Parola buona.

E’ bastato la storia di un santo francescano, il primo tra i cappuccini, Felice da Cantalice, un uomo semplice, schivo dai riflettori di un mondo accecato da altro per farci ripensare alle parole di Teresa d’Avila: “Solo Dio basta”.

E’ bastato voltarsi e vedere quei banchi – per mesi vuoti e orfani – riempirsi timidamente, rivedere facce amiche e quotidiane per assaporare il gusto del pane della speranza.

E’ bastato così poco o così tanto dipende dallo sguardo…per farmi dire – ora e di nuovo – Deo gratias!

Shaqued

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Questa breve meditazioni si ispira al canto: Dayenu Adonai

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