Continuiamo a porre metaforicamente “al setaccio” la nostra preziosa esistenza, dopo aver esaminato la vita con Dio, ora è il momento di volgere lo sguardo su un altro orizzonte: la vita con il prossimo.

Mentre ci addentriamo nel tema credo sia fruttuoso tenere a mente la “radicalità evangelica” che Gesù esprime con forza: non basta guardare il frutto (cioè le azioni) bensì occorre vagliare anche i semi (i pensieri, i sentimenti). Le azioni, infatti, non nascono “sotto i funghi” ma sorgono nella nostra interiorità e poi sfociano nella pratica; quindi se vogliamo porre un argine al male nella nostra vita occorre andare alla sorgente, discernendo i pensieri e i sentimenti.

Vita con il prossimo:

Ecco che allora ci domandiamo:

  • Nel mio cuore chi abita? L’invidia, la gelosia, l’egoismo, la collera oppure vi trova dimora la pace, la collaborazione, la cura fraterna, la responsabilità solidale, il perdono.
  • Sono solito alla mormorazione, al chiacchericcio, alla critica sterile oppure coltivo un silenzio premuroso, una correzione fraterna?
  • Ho un atteggiamento aperto ai bisogni altrui oppure sono concentrato sui miei interessi?
  • Come vivo le relazioni familiari?
  • Come vivo le amicizie?
  • Che rapporto ho con mia moglie e mio marito (o fidanzato/a)?
  • Ho una sensibilità per la cura del Creato?
  • Mi impegno nei “doveri quotidiani” o preferisco “il divano”?

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Le domande potrebbero moltiplicarsi o meglio potrebbero capilarizzarsi cioè andare a scovare il bene e il male in ogni relazione con il prossimo. Credo però che esse siano sufficienti per avviare nella propria vita un discernimento onesto e chiarificatore.

Se notiamo che occorre un maggiore discernimento possiamo in primis domandare aiuto allo Spirito oppure anche al Confessore, entrambi ci potranno aiutare a fare verità.

Buon esame di coscienza!

Paride

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