In quasi ogni sua lettera, Paolo fa menzione della risurrezione di Gesù, ponendola a fondamento del credo cristiano. Vuota sarebbe la fede della Chiesa e vuota anche la predicazione apostolica se Cristo non fosse risorto! (cf. 1Cor 15,14). Non si tratta solo di una verità astratta, ma essa segna in modo concreto tutta l’esistenza dei credenti che sono chiamati a partecipare dello stesso destino di Cristo: con Lui morti e sepolti, con Lui anche vincitori sul peccato e sulla morte.

Qual è il fondamento della fede pasquale, secondo Paolo? A differenza dei vangeli, l’apostolo non parla del sepolcro che le donne hanno trovato vuoto al mattino di Pasqua, ma insiste sul fatto che Gesù Risorto “è apparso” ad una lunga serie di testimoni oculari. Tra questi, quasi in punta di piedi (“ultimo tra tutti.. come ad un aborto”) Paolo inserisce la propria esperienza: “apparve anche a me” (1Cor 15,8).

Ecco l’esperienza pasquale di Paolo e di tutti i credenti che accolgono l’annuncio gioioso della risurrezione di Gesù. Egli è risorto, quindi è vivo, non appartiene più alla storia del passato ma è diventato un mio contemporaneo, una Persona che posso incontrare anche io, oggi! Solo così, se davvero io l’ho incontrato come Paolo e gli altri, potrò far parte dei testimoni della sua resurrezione che percorrono le strade del mondo dicendo: “apparve anche a me”. 

Don Fabio Villani

Per seguire il testo in maniera interattiva, consigliamo di visitare:https://www.bibbiaedu.it/

Nella rubrica “Sacri volti” trovare gli articoli precedenti: https://www.legraindeble.it/dio-ama-chi-dona-con-gioia/

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