Partiamo da una domanda. Che significa vincere nella vita? Quand’è che ti senti vincente?

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Voce del verbo ‘vincere’

Per alcuni io credo che vincere significhi avere ragione in una disputa, prevaricare su un altro, sentirsi forti, porsi in competizione con qualcuno e (pensare di) avere la meglio. Lo si potrebbe intendere anche come avere successo, avere una vita che fila liscia senza intoppi, o ancora ottenere tutto quello che si vuole. Insomma, usiamo comunemente vincere col significato di sconfiggere qualcuno o qualcosa. Ora, non è mia intenzione stravolgere tale significato, ma rifletterci un po’ con voi.

Nelle varie accezioni viste, ossia nei modi in cui possiamo impiegare il verbo vincere, traspare sempre in sottofondo l’idea che se c’è un vincitore, allora c’è anche o ci sono anche dei perdenti, degli sconfitti. Dunque mi chiedo: ma veramente vincere implica per forza un sacrificare l’altro?
Certo, se guardiamo alla storia di Giuditta – come negarlo? – lei è l’eroina che vince uccidendo Oloferne, e per una lettura più profonda della sua impresa vi rimando a questa puntata. Qui mi limito a ricordare che la storia di Giuditta ci proietta, per prima cosa, in un contesto storico e culturale diverso dal nostro, e di cui dobbiamo tener conto, e in secondo luogo, essa si presta a una interpretazione figurale: Giuditta richiamerebbe direttamente la Vergine Maria, mentre Oloferne rappresenterebbe il Maligno. D’altra parte, va sottolineato che Giuditta non si vanta mai di aver vinto Oloferne con le sole sue forze, ma fa sempre riferimento al sostegno, alla potenza di Dio, quasi a voler comunicare che il Male lo può abbattere solo Lui, e che Lui è l’Unico Vero Vincitore.

Amare…uno stile scomodo

Pensandoci bene, sembra proprio che vincere nella vita significhi più profondamente solo amare. Ma amare non è qualcosa che sappiamo fare sempre e comunque, è piuttosto uno stile di vita che dobbiamo imparare ogni minuto. Amare non equivale a mettersi comodi: non si ama da ‘seduti’! E sapete perché? Perché l’Uomo che a questo mondo ha amato più di tutti, lo ha fatto appeso a una croce e non stava comodo per niente. Eppure, da lassù, ha vinto perché ha continuato ad amare, a costo di sacrificare Se Stesso.

Un Amore che non muore

Sembra assurdo che da una croce, nella totale sconfitta e nella solitudine, si possa vincere, e dirò di più. Non è che il Signore ha vinto solo perché è stato vittima di un’ingiustizia, né solo perché ha sofferto indicibilmente, né solo perché è stato ucciso. Non ha vinto neppure solo perché molti gli hanno detto di no.
Cristo ha vinto perché ha custodito intatto l’amore per te, sì proprio per te che stai scorrendo con gli occhi queste parole. Nessuno ha potuto impedirgli di amare, neppure chi lo ha crocifisso e neppure noi coi nostri peccati potremmo mai riuscirci. Puoi mettere a morte il Cristo, ma non il Suo Amore per te: questa è stata la Sua ‘scandalosa’ vittoria. E dovremmo proprio imparare da Lui e non lasciare che le delusioni, le stanchezze, le tristezze, le cattive notizie, le opinioni differenti, le violenze, gli egoismi, ci impediscano di amare il prossimo. Che niente e nessuno ci impedisca di amarci!!

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Parole mistiche…

Vi lascio da meditare le splendide parole di una mistica italiana vissuta nel secolo scorso, in cui troviamo sintetizzato quanto espresso in questa puntata.

«Questa è la natura del vero amore, l’operare da Dio: la fermezza e il non ritirarsi, a costo di qualunque sacrificio. Questa fermezza nelle sue opere è la Sua vittoria e la più grande Sua gloria; ed è questo il segno se la creatura opera per Dio, la fermezza. L’anima non guarda in faccia a nessuno, né alle pene, né a se stessa, né alla sua stima, né alle creature, anche se le costa la propria vita; lei guarda solo Iddio, per cui si è prefissa di operare per amor suo e si sente vittoriosa di mettere il sacrificio della sua vita per amor suo. Il non essere fermo è della natura umana e dell’operare umanamente. Il non essere fermo è l’operare delle passioni e con passione. La mutabilità è debolezza e viltà e non è della natura del vero amore; perciò la fermezza deve essere la guida nell’operare per Dio. Per questo nelle sue opere Dio non cambia mai; siano quel che siano gli eventi, fatta una volta è fatta per sempre».

Luisa Piccarreta

Qui il link della scorsa puntata.

Benedetta


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