I verbi del volontario nasce in un piovoso pomeriggio di Maggio per un’occasione speciale: il memorial di un caro amico, tornato al Padre troppo presto, Mattia. La prima meditazione sull’ascoltare ed ascoltare è nel link.

Tra i luoghi comuni più diffusi sul volontariato vi è sicuramente quello che identifica il volontario come “uomo del fare”. Infatti il concretizzare la propria generosità in un’azione è sì una condizione necessaria ma non sufficiente per un volontario.

Prima del fare c’è un essere. Prima di fare il volontario, occorre essere volontario.

Per dirla in termini semplificati: un volontario non vale l’altro, ci sono volontari che ti colpiscono con la propria sensibilità, altri per la propria disponibilità, altri ancora per la gentilezza, altri che possono essere, al primo impatto scontrosi ma che poi si rivelano di una dolcezza incredibile.

Ogni volontario reca con sé un’ originalità non replicabile. Questo è il motivo per cui non si può ridurre il volontariato ad un fare.

Spesso si può cedere alla tentazione di invidiare le caratteristiche di un altro volontario oppure di voler cedere qualche lato non proprio amabile del proprio essere ma questo atteggiamento spesso comune può condurre ad un radicale impoverimento.

Perché ognuno di noi – anche nei suoi difetti e limiti – è prezioso e raro.

Anche in questo caso vale la legge del mosaico in quanto ogni tassello è unico ed indispensabile per il mosaico e senza di quello l’opera d’arte, pur nella sua grandezza, perde di bellezza e di valore. Il volontario è, quindi, chiamato ad essere se stesso nel servizio che rende e questo suo essere si trasforma in un esserci, dove la presenza di uno diventa tanto più preziosa perché amata, voluta, desiderata.

L’assenza di ogni volontario è, di conseguenza, una mancanza ed una perdita per tutta la famiglia associativa di cui egli è parte.

Adesso – per chi volesse – in un momento di silenzio e di sosta riflettiamo sui nostri difetti e sui difetti dei nostri “colleghi nel servizio” e chiediamoci se veramente sarebbe meglio o peggio senza quei difetti?

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