La voce interiore nella poesia di Mandel’štam

Il ritmo della comparsa

«L’attimo in cui compare la poesia» è, per Mandel’štam (nello scorso articolo abbiamo sostato in presenza della sua decima ottava), il momento in cui «nei borbottii suggeriti dalla voce interiore compare il ritmo». Il movimento musicale generato dalle parole è per il poeta un avvenimento, uno spazio di tempo in forma di intervalli ritmici che risponde alla chiamata dell’universo in maniera coerente al principio che lo governa. È nell’attimo della comparsa poetica che si rivela la voce interiore: dapprima informe, questa prende corpo nella cavità spirituale del poeta e diventa forma-poesia in continuo compimento. Nella seconda ottava, Mandel’štam descrive il ritmo della comparsa.

Amo l’apparizione del tessuto
quando una, due, più volte
manca il fiato e infine arriva
il sospiro che risana.

Benessere e tortura nell’attesa
dell’attimo sempre più vicino,
e nei miei borbottii di colpo risuona
l’espansione ad arco.

Verso la propria forma

Partiamo dalla fine, dall’espansione ad arco. Mandel’štam era interessato alla scienza. Discuteva assieme al biologo Aleksandr Gurvič sullo sviluppo vitale della foglia che, come scriveva, nella sua forma embrionale, «somiglia ad una freccia silicea del paleolitico». Le teorie del biologo presumevano un orientamento teleologico nel funzionamento degli organismi. Per il poeta aveva un’enorme importanza il movimento finalizzato di ogni foglia: tutto ciò che vive è finalizzato verso la propria forma, «contenuta già al suo interno e predefinita dall’esterno».

Il respiro del mondo

L’ordine divino è impresso nelle creature dall’inizio alla fine della loro esistenza. Ne governa l’azione, la crescita, l’espansione. Le accompagna attimo per attimo generando la forza necessaria al loro esistere e progredire. Ne scruta la maturazione e gioisce della loro bellezza. Le porta con sé fino alla morte, sancendone il provvidenziale trapasso. Il movimento verso la forma è un continuo compiersi, un inarrestabile succedersi di attimi presenti. E gli intervalli di spazio e di tempo che guidano il presente sono il ritmo con cui si muove il respiro del mondo.

L’anima della sua voce

E la divina armonia che sostiene l’universo è la stessa che anima la voce interiore del poeta. È, anzi, l’anima della sua voce. La poesia di Mandel’štam si inoltra nello spazio della lirica pura, là dove il potere non schiavizza le menti, là dove si respira la musica del Creatore e lo spirito è illuminato del ritmo divino. La parola poetica si libera dell’esilio terreno e vola verso uno spazio rarefatto e incorporeo, dove ancora tutto si sta compiendo e appare solo il tessuto del reale. Là dove esiste la forma desiderata da ogni vitale presenza.

Elisabetta

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