Nonostante il caldo, lo Spirito Santo non va in vacanza e nemmeno la nostra vita spirituale. Anzi – ricordando alcune parole di Benedetto XVI – il tempo delle vacanze è il tempo ideale per coltivare la nostra vita spirituale, i tempi si dilatano, le occupazioni si rarefanno. Potrebbe anche essere il momento giusto per prepararsi ad una sana e santa Confessione.

Nelle puntate precedenti sull’esame di coscienza abbiamo potuto constatare come esso non sia un qualcosa da lasciare all’improvvisazione o da mettere in piedi in quattro e quattro, otto. Oggi vedremo un altro aspetto del Sacramento della Riconciliazione, forse ancora meno conosciuto, la “richiesta di perdono” o come viene comunemente chiamata “atto di dolore”.

Generazioni come la mia, quella prima e quella dopo sono state educate al classico: Mio Dio, mi pento e mi dolgo… (continuate voi), un formula senza alcun dubbio valida ma non unica nel panorama degli atti di contrizione, anzi è una delle dieci “richieste di perdono”, che adesso scriveremo qui sotto:

 Signore Gesù, che volesti esser chiamato amico dei peccatori, per il mistero della tua morte e risurrezione liberami dai miei peccati e donami la tua pace, perché io porti frutti di carità, di giustizia e di verità.

Signore Gesù Cristo, Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, riconciliami col Padre nella grazia dello Spirito Santo; lavami nel tuo sangue da ogni peccato e fa’ di me un uomo nuovo per la lode della tua gloria.

Signore Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore.

Pietà di me, o Signore, secondo la tua misericordia; non guardare ai miei peccati e cancella tutte le mie colpe; crea in me un cuore puro e rinnova in me uno spirito di fortezza e di santità.

Lavami, Signore, da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi (Salmo 50).

Ricordati, Signore, del tuo amore, della tua fedeltà che è da sempre. Non ricordare i miei peccati: ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore (Sal 24, 6-7).

Padre, ho peccato contro di te, non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Abbi pietà di me peccatore. (Lc 15, 18; 18,13).

Padre santo, come il figliol prodigo mi rivolgo alla tua misericordia: «Ho peccato contro di te, non son più degno d’esser chiamato tuo figlio». Cristo Gesù, Salvatore del mondo, che hai aperto al buon ladrone le porte del paradiso, ricordati di me nel tuo regno. Spirito Santo, sorgente di pace e d’amore, fa’ che purificato da ogni colpa e riconciliato con il Padre io cammini sempre come figlio della luce.

Signore Gesù, che sanavi gli infermi e aprivi gli occhi ai ciechi, tu che assolvesti la donna peccatrice e confermasti Pietro nel tuo amore, perdona tutti i miei peccati, e crea in me un cuore nuovo, perché io possa vivere in perfetta unione con i fratelli e annunziare a tutti la salvezza.

Il tempo del perdono

Una volta pregate, non recitate, queste formule, dobbiamo solo accogliere gratuitamente e con gioia il perdono di Dio verso di noi, solo Dio può liberarci dalla schiavitù del peccato e della morte.

Nella prossima puntata vedremo come ringraziare o almeno provare a ringraziare per questo enorme dono di amore.

Paride

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