Torniamo a parlare della devozione mariana, dopo la Madonna del Palio (https://www.legraindeble.it/la-madonna-del-palio/), oggi il nostro Mapko ci illustrerà la devozione e la storia della Vergine del Carmelo.
Parlare della Madonna del Carmelo e dello Scapolare in questa Solennità è per me motivo di orgoglio, ma anche di riflessione: la Madonna non sceglie i migliori e gli eruditi, ma chi cerca con cuore limpido e umile le cose di Dio. “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25).
La grande attualità dello Scapolare del Carmelo
Nella apparizioni di Fatima nel 1917, sono state confermate le due principali devozioni mariane che hanno resistito alle prove del tempo: quella del Rosario e quella dello Scapolare. Donate agli uomini durante il Medioevo, queste devozioni concedono privilegi inestimabili in relazione alla perseveranza, alla salvezza delle anime e alla conversione del mondo. Alla conclusine delle apparizioni, il 13 ottobre, mentre avveniva il grande miracolo del Sole, la Madre di Dio si mostro ai pastorelli nelle vesti della Madonna del Carmelo, presentando nelle loro mani lo Scapolare. Si può affermare che i privilegi inestimabili legati allo scapolare sono parte integrante del Messaggio di Fatima, unitamente al S. Rosario ed alla devozione al Cuore Immacolato di Maria.
Le origini bibliche
Siamo in Galilea in un piccolo promontorio sopra il Mar Mediterraneo, si eleva il Monte Carmelo, rifugio di molti santi che, nell’Antico Testamento, si ritiravano in quel luogo solitario a pregare per la venuta del Divin Salvatore. Tra questi pii troviamo Sant’Elia, profeta dallo zelo ardente, che si ritirò lassù verso il IX secolo prima dell’Incarnazione, erano tre anni che un’implacabile siccità chiudeva i cieli della Palestina.
Mentre pregava con fervore, chiedendo che il castigo causato dall’infedeltà degli ebrei, fosse alleviato per i meriti di quel Redentore che sarebbe dovuto venire, Elia mandò un servo sulla vetta del monte ordinandogli: “vai e guarda dal lato del mare”, ma il servo non vide nulla. Scendendo disse: “Non vedo nulla”. Fiducioso il profeta gli fece fare sette volte l’infruttuosa scalata. (Quante analogie con il brano del Vangelo delle nozze di Cana!). Alla fine il servo ritornò dicendo: “Ecco una nuvoletta come una mano d’uomo che sale dal mare”. La nuvola era tanta piccola e diafana che sembrava destinata a scomparire al primo soffio dell’infuocato vento del deserto. Ma a poco a poco invece crebbe, si allargò nel cielo fino a coprire tutto l’orizzonte e precipitò sulla terra sotto forma di abbondante acqua (1 Re 18,42-45). Fu la salvezza del popolo di Dio.
La piccola nuvola era una figura dell’umile Maria, i cui meriti e virtù avrebbero superato quelli di tutto il genere umano, attraendo il perdono e la Redenzione per i peccatori. Il profeta Elia aveva profetizzato nella sua contemplazione il ruolo di mediatrice di Maria già molti secoli prima.
La storia
Una bella tradizione ci dice che, sull’ esempio del profeta Elia, vi furono sempre sul Monte Carmelo eremiti che vivevano e pregavano trasmettendo ad altri lo spirito eliatico. Verso il IV secolo quando cominciarono ad apparire i primi monaci solitari dell’ordine, le pendici rocciose del monte Carmelo accolsero una cappella, nello stile bizantino, le cui tracce si vedono ancora oggi.
Più tardi, verso il XII secolo, un gruppo di nuove vocazioni, questa volta venute dall’ Occidente unitamente alle crociate, aggiunse nuovo fervore all’antico movimento. Subito venne edificata una piccola chiesa dove la comunità si dedicava alla vita di preghiera, sempre animata dallo spirito di Elia.
La piccola “nuvoletta” cresceva sempre più. La crescita del numero dei fratelli della Madonna del Carmelo rendeva necessaria un’organizzazione più perfezionata, nel 1225 una delegazione dell’Ordine si diresse a Roma per richiedere alla Santa Sede l’approvazione di una Regola, effettivamente concessa dal Papa Onorio III nel 1226. Con l’invasione dei luoghi Santi da parte dei musulmani, il superiore del Monte Carmelo diede il permesso ai religiosi di trasferirsi in occidente formando nuove comunità, ciò che molti fecero dopo la caduta dell’ultimo baluardo cristiano, il Forte San Giovanni d’Acri. I pochi cristiani rimasti furono martirizzati mentre cantavano la “Salve Regina”.
Nel continente Europeo i monaci Carmelitani emigrati vagavano come membri di un ordine sconosciuto malvisto e sull’ orlo della scomparsa, la famiglia religiosa di Elia sembrava un tronco secco e vecchio, destinato in poco tempo al dissolvimento.
Simone Stock, santo del Carmelo
Era il momento atteso dalla Madonna, al culmine del disseccamento ecco un fiore spuntare, la “nuvoletta” si manifesto in San Simone Stock. Questo inglese di riconosciute virtù, pur eletto all’ incarico di Generale dell’Ordine, non esercitava una effettiva autorità sopra i suoi fratelli, poiché il Carmelo non possedeva ancora nessuna struttura giuridica coesa e uniforme capace di conservare uno spirito, promuoverlo e trasferirlo.
La virtù compensava però la mancanza di autorità, pregando la Madonna con molto fervore, San Simone La implorò che non permettesse la scomparsa dell’Ordine Carmelitano, la Vergine Santissima allora apparve al buon servitore (nel 1251) e gli consegno lo Scapolare perché fosse usato sopra le vesti. Lo Scapolare del Carmelo era simile a una piccola tunica, che la Madonna consegnava a San Simone una livrea propria dei suoi servi, affinché fosse usata da tutti i carmelitani e prometteva:
“Ricevi, figlio dilettissimo, lo Scapolare del tuo Ordine, segno della mia fraterna amicizia, privilegio per te e per tutti i carmelitani. Coloro che moriranno rivestiti di questo scapolare non andranno nel fuoco dell’inferno. Ess è un segno di salvezza, protezione e sostegno nei pericoli di alleanza e di pace per sempre”.
Una seconda promessa fatta dalla Vergine del Carmelo ha dato ancor più rilevanza alla devozione dello Scapolare, infatti la Santissima Vergine disse a Papa Giovanni XXII:
“Io, Madre di bontà scenderò il primo sabato dopo la loro morte e quanti troverò nel purgatorio , libererò e condurrò al monte santo della vita eterna”.
La conferma della Chiesa
Lo stesso Papa confermò questa indulgenza plenaria nella celebre Bolla Sabatina del 3 marzo 1322.
Nel 1950 Pio XII scrisse sullo Scapolare, esprimendo il desiderio perché “sia il simbolo di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, della qual abbiamo molto bisogno in questi tempi tanto pericolosi” e nel discorso celebrativo del VII centenario dello scapolare diede questa magnifica testimonianza: “Quante anime buone hanno dovuto, anche in circostanze umanamente disperate, la loro suprema conversione e la loro salvezza allo Scapolare che indossavano!”
Nel 1965 Paolo VI esortava “Abbiamo in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso la Beatissima Vergine, raccomandati lungo i secoli dal Magistero della Chiesa, tra i quali stimiamo di dover ricordare espressamente la religiosa prassi del Rosario e dello Scapolare del Carmelo”.
Anche San Giovanni Paolo II lo ha raccomandato insistentemente testimoniando: “Io fin dalla mi giovinezza, porto al mio collo lo Scapolare della Vergine e mi rifugio con fiducia sotto il mantello della Beata Vergine Maria”. Tutti conosciamo il suo motto pontificio “Totus Tuus” e come durante l’intervento che subì per l’estrazione della pallottola di pistola, in seguito all’ attentato del 13 Maggio 1981 (festa della Madonna di Fatima), il Papa chiese ai medici di lasciargli lo Scapolare appoggiato sopra durante l’intervento.
Lo scapolare
Sarebbe erroneo e pericoloso però ritenere che, per salvarsi, sia sufficiente portare lo Scapolare, senza nessuna preoccupazione di vivere la fede e l’amore. Chi indossa lo Scapolare deve impegnarsi in una condotta esemplare, nel fedele compimento dei suoi doveri, nel servizio della Chiesa. Lo scapolare è un sacramentale e viene consegnato (“vestizione”) dopo una speciale formula di benedizione del sacerdote e un periodo di discernimento personale che il fedele deve fare, vista la scelta di vita che si intraprende.
Di solito vengono consegnati in occasione proprio della festa della Madonna del Carmelo nei monasteri carmelitani. Lo può ricevere chiunque e in qualunque età (la piccola Lucia di Fatima lo indossava già prima che le apparisse la Vergine a Fatima). La vestizione comporta l’iscrizione ad un registro della “Famiglia del Carmelo” cioè appartenere a una famiglia di fratelli devoti o in una confraternita o nell’Ordine Secolare a seconda del grado di vocazione che ognuno sente adatto per se.
Lo Scapolare può essere sostituito da una medaglietta. Non mi dilungo ancora perché i dettagli sullo Scapolare sono facilmente reperibili su internet, anche se io credo sia molto più bello colloquiare con qualche monaca o monaco dell’ordine Carmelitano per entrare maggiormente e meglio nella spiritualità.
Personalmente ho vestito lo scapolare nel Carmelo di Montorso a Loreto.
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