Col presente articolo, riprendendo il cammino interrotto relativamente alla Voce dei Padri (https://www.legraindeble.it/giustino-e-la-celebrazione-della-domenica/) si inizia una riflessione teologica sullo Spirito Santo che si basa sul deposito della fede trasmesso e donato alla comunità universale dei cristiani dai Padri della Chiesa. È un argomento che suscita tutt’oggi parecchie difficoltà ma lo si può affrontare seguendo l’esempio dei Padri stessi: umiltà, soprattutto razionale, e fede retta alimentata dall’unione intima con Cristo.

Lo Spirito nel Nuovo Testamento

Si potrebbe iniziare già con quanto è scritto in Atti degli Apostoli 19,2: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che esiste uno Spirito Santo». Da questa testimonianza scritturistica si evince che chi aveva ricevuto il battesimo di Giovanni non aveva sentito parlare dello Spirito Santo perché era un battesimo di conversione per credere a colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè Gesù. Nel Nuovo Testamento lo Spirito Santo appare come soggetto, come centro di attività e la sua rivelazione si può contestualizzare particolarmente nel libro degli Atti a partire dalla Pentecoste.

La Pentecoste e la dimensione ecclesiale

La Chiesa nascente fondata da Cristo riceve lo Spirito per iniziare la sua opera, cioè continuare ad operare ciò che ha operato Cristo per la Gloria di Dio e per l’edificazione del Regno (Gv 14,12: «In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre»). Quindi, senza l’agire dello Spirito Santo non si spiega né la vita di Gesù né quella della Chiesa, infatti

“Quando il Figlio ebbe compiuto l’opera che il Padre gli aveva affidato da attuare sulla terra, fu mandato a Pentecoste lo Spirito Santo, per santificare in permanenza la chiesa. Si apriva così ai credenti l’accesso al Padre per mezzo di Cristo nell’unico Spirito. […] Lo Spirito inabita nella chiesa e nel cuore dei fedeli come in un tempio, in essi prega e attesta la loro condizione di figli adottivi. Egli guida la Chiesa verso la verità tutta intera, la unifica nella comunione e nel servizio, la costruisce e dirige mediante i diversi doni gerarchici e carismatici e la arricchisce dei suoi frutti. Con la forza del Vangelo fa ringiovanire la chiesa, la rinnova continuamente e la conduce all’unione perfetta col suo Sposo» “(LG 4).

Mosaico nella Cappella Redemptoris Mater in Vaticano 

In breve, quindi, sono state poste le premesse per iniziare a parlare dello Spirito Santo, un quadro introduttivo che fornisce la visione attuale della Terza Persona della Trinità grazie al contributo del Concilio Vaticano II. Dalla prossima volta in poi, ogni riflessione inizierà seguendo la linea temporale che vedrà lo sviluppo teologico dei Padri.

Davide

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