Commento al vangelo della VI Domenica del TO
Profondo mistero
L’alba di questa mattina ha posato i suoi raggi chiari sopra una città ghiacciata, il mare calmo schiariva la superficie delle acque al rumore del vento e dipingeva, come ogni mattina, ma sempre in maniera diversa, il sorgere di un nuovo giorno. Di fronte a questa misteriosa meraviglia che la provvidenza prepara con cura ogni istante e senza la quale non potremmo neppure respirare, quanto grande può apparire la promessa che Dio ci ha fatto e che Paolo ripete nella lettera ai Corinzi?
Ma, come sta scritto: quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano. (1Cor 2,9)
Le meraviglie di questo mondo che tanto scaldano il cuore preparano a qualcosa di più grande, qui sulla terra possibile soltanto in misura infinitesimale: stringersi nelle profondità di Dio. Prosegue l’apostolo:
Ma a noi Dio ha rivelato queste cose per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio. (1Cor 2,10)
Profondità trinitaria
Le tre persone della Trinità – il Padre inviando lo Spirito, il Figlio incarnandone la sostanza – cooperano a rivelare all’uomo il suo compimento, quello di tornare in seno a Dio attraverso l’amore di Cristo. Negli occhi del Figlio vediamo il volto di Dio, nelle sue azioni l’essenza dello Spirito, nel sangue versato la possibilità di una nuova alba per l’uomo, diversa perché trasfigurata dal suo appassionato amore. In questo trova ragione quello che Gesù ci dice nel vangelo di questa domenica:
οὐκ ἦλθον καταλῦσαι ἀλλὰ πληρῶσαι· (ouk ēlthon katalûsai allà plērôsai)
Non sono venuto a sciogliere [la legge], ma a darle pieno compimento. (Mt 5,18)
Il sorgere così bello del sole al mattino dovrebbe essere un monito per ciascun uomo che voglia vivere veramente. Dovrebbe significare la sacralità di questa esistenza, caduta e redenta perché possa donarsi agli altri e al Signore per godere della promessa e rimanere per sempre felicemente ancorata alle profondità di Dio.
Elisabetta Corsi
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