Sembra un pochino inopportuno, al limite dell’impopolare, parlare di ‘tenebre’ in questi primi giorni dell’anno, ancora ebbri di entusiasmo per i nuovi inizi conditi ed annaffiati dai migliori propositi e dopo il canto grato del Te Deum di ieri. Un grido mezzo strozzato di chi non vuole scendere dalla giostra della gioia.

In realtà il Vangelo di questa prima domenica del 2022 non solo non ci chiama a rinunciare alla gioia bensì ad andare maggiormente in profondità per accedere ad una letizia più vera, più radicata, meno fragile.

Nonostante le tenebre o dentro di esse

Quale è la buona notizia annunciata da questo Vangelo? È tanto semplice quanto potente, ci ricorda che se è vero – perché è vero e tutti lo abbiamo provato sulla nostra pelle – che le tenebre esistono e circondano ampie porzioni della nostra esistenza, le stesse tenebre non hanno e non posso avere la meglio.

In questa lotta dialettica tra luce e tenebre, mentre all’apparenza sono le seconde ad avere la meglio, la realtà vera è che la prima – a causa dell’Incarnazione del Cristo e della sua Risurrezione – è la ‘luce vera che illumina ogni uomo’, la quale ha già vinto, ha già la certezza di tale vittoria.

Ecco la gioia, vivere partendo da questa verità, noi siamo ‘figli della luce’ e che qualsiasi cosa accada, le tenebre non possono vincere mai.

Buona domenica e sopratutto buon 2022, pieno di luce vera.

Paride

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