In Harry Potter e il Principe Mezzosangue, gli studenti di Hogwarts si cimentano nella preparazione dell’Amortentia, un filtro d’amore. La particolarità di questa pozione è che ha un profumo diverso per ogni olfatto, per ogni persona che la sente. Si tratta dell’odore della persona amata, di qualcosa che la ricordi o la evochi.
Sebbene l’olfatto sia il nostro senso meno sviluppato, non si può negare che esso sia il più evocativo, affettivamente parlando. Insieme alla voce, il profumo è ciò che cerchiamo di trattenere di chi amiamo. Lo sanno bene coloro che hanno perso una persona cara.
Immagino che sia stato il profumo del nardo quello che Maria di Betania avrà associato per sempre all’amico Gesù, dopo la sua Passione e Risurrezione; mi piace immaginare che ogni volta che avrà sentito l’intenso e pregnante odore del nardo, avrà pensato al Maestro: e, così Risorto, lo avrà sentito più intensamente presente.
Lei, che sei giorni prima della Pasqua aveva osato sprecare 300 grammi di puro nardo per ungere i suoi piedi. Lei, che con quel gesto aveva anticipato la sua sepoltura. Lei, che – più di Giuda e gli altri – aveva capito il Suo spreco d’amore, il Suo dono.
La Settimana Santa, che ci invita quasi a dilatare il tempo e sintonizzarci minuto per minuto sugli ultimi eventi della vita di Gesù, si apre delicatamente nel segno del profumo. E ugualmente si chiude nel segno del profumo. Quello di Betania versato con abbondanza e quello inutilizzato dalle mirofore il mattino di Pasqua. E nel mezzo il profumo del crisma del giovedì santo.
Nel Cantico dei Cantici l’amata grida all’amato: Aroma che si spande è il tuo nome (Ct 1,4). Sembra quasi che l’identità di una persona sia racchiusa nel nome quanto nel suo odore. È un odore intenso, inebriante, innamorante, quello dell’Amato del Cantico, che la Chiesa ha identificato in Gesù. Lui è il profumo dell’offerta vera, il profumo e il nome dell’Amore. Lui, che in quell’olio, chiamato dal suo nome crisma, ci profuma e unge della sua identità di Amante dalle mani bucate e dal cuore aperto. Siamo cristiani da Cristo, l’unto dal soave odore. Un profumo che sa di morte, ma anche di vita. Un profumo che sa d’amore, che ci insegna giorno per giorno a morire a noi stessi, per vivere come Lui e come Lui e con lui profumare non i cadaveri ma la carne viva dell’umano.
Ed io che profumo sono?
Francesco Pacia
Il Vangelo del giorno, Lunedì della Settimana Santa.
Francesco ha anche meditato per noi il Vangelo della IV Domenica di Quaresima: Riceversi in uno sguardo